L’auto elettrica in Italia rimane ancora una scelta di nicchia. Nel 2015 le immatricolazioni sono aumentate del 60% in confronto all’anno precedente, ma i nodi da affrontare sono molteplici. Il nostro Paese è al 10° posto nella graduatoria europea delle automobili a zero emissioni e i numeri sottolineano quanta strada debbano ancora fare queste vetture prima di arrivare a conquistare i mercati. Nel 2015 sono state solo 1.455 le auto immatricolate, 4.584 invece l’entità complessiva del parco elettrico circolante nello Stivale. Di queste 830 unità sono in Lombardia, 780 in Trentino Alto Adige, 770 in Lazio. Gli aspetti critici da risolvere riguardano il prezzo di acquisto (decisamente ancora troppo alto), l’autonomia (già oggi comunque accettabile per le percorrenze urbane), il notevole tempo di ricarica e soprattutto la scarsa diffusione di apposite colonnine.
“L’Italia è in ritardo sul fronte delle auto elettriche, anche per l’inadeguatezza della struttura di ricarica, nonostante i fondi stanziati negli ultimi anni dallo Stato per la sua implementazione. Per sollecitare lo sviluppo della mobilità elettrica, anche grazie ad un incremento dei punti di ricarica, ho presentato un’interrogazione in Commissione al Ministero delle Infrastrutture – ha detto il presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci –. Per il Rapporto ‘Segnali 2016’ dell’Agenzia europea per l’Ambiente, i trasporti sono responsabili di circa un terzo del consumo finale di energia nei Paesi europei, più di un quinto delle emissioni di gas climalteranti e di una parte considerevole dell’inquinamento atmosferico. Il nuovo Libro bianco sui trasporti impone dunque agli Stati dell’Ue di ridurre le emissioni di gas serra del settore del 60% entro il 2050 rispetto al 1990. I veicoli elettrici, soprattutto se alimentati con energia da fonti rinnovabili, possono dare un contributo importante per una mobilità sostenibile. Secondo studi scientifici e articoli pubblicati sulla stampa nazionale ed internazionale, questo tipo di veicoli possono ridurre significativamente le emissioni di CO2 dovute al trasporto su gomma e l’inquinamento delle città. In Italia solo l’1,0% dei veicoli immatricolati nel 2016 è a propulsione elettrica, dato il calo rispetto al 2015. Il risultato è imputabile anche alle carenze dell’infrastruttura per la ricarica. I fondi per implementarla ci sono, ma non vengono utilizzati adeguatamente. Come ricorda una relazione della Corte dei conti, ripresa anche da Repubblica, sono stati spesi appena 6.286,28 euro su 50 milioni stanziati dal 2013 al 2015 per la realizzazione dei punti di ricarica. La stessa Corte raccomanda poi al Ministero dei Trasporti di accelerare al massimo sulla realizzazione delle colonnine per la ricarica e di puntare sulle centraline di tipo ‘fast’, monitorando l’avanzamento dei progetti avviati. Al ministro interrogato – ha concluso il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Realacci – ho chiesto quindi quale sia lo stato delle cose e se non intenda, per quanto di sua competenza, implementare lo sviluppo della mobilità elettrica, aumentando l’infrastruttura di ricarica a disposizione degli utenti”.