L’emergenza immigrazione – una marea che sembra inarrestabile – connessa alla subdola minaccia terroristica, sta alimentando le polemiche di questi giorni, tutte incentrate sul “che fare?”. Il Governo, comunque, non è inerte, anzi presenta un piano per gestire al meglio la situazione. Accoglienza diffusa e quindi Cie (Centri di identificazione ed espulsione) più piccoli e dislocati in ogni regione: è questa in sintesi la linea illustrata dal Ministro dell’interno, Marco Minniti, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Per quanto riguarda l’accoglienza per coloro che sono richiedenti asilo – ha spiegato – sto lavorando sull’accoglienza diffusa per evitare grandi aggregazioni che, purtroppo, quando sono grandi, sono ingiuste. Eviterò con tutte le mie forze elementi di discriminazione, di sottovalutazione e di non pieno rispetto dei diritti umani. L’accordo con l’Anci va in questa direzione: entro il mese di gennaio faremo un bilancio di come l’accordo viene recepito dai Comuni”. Minniti ha poi precisato che “i Cie a cui sta pensando il Governo non c’entrano nulla con quelli del passato, perché hanno un’altra finalità. Non c’entrano con l’accoglienza e ne parleremo alla conferenza Stato-Regioni, già convocata per il 19 gennaio”. Il nuovo Cie, che dovrebbe essere in ogni Regione, tranne Molise e Valle D’Aosta, sarà pertanto “una struttura piccola, che abbia una governance interna e un controllo esterno. Inoltre – ha sottolineato il Ministro – in questo scenario è chiaro che si tratta di un pezzo della proposta, non è la proposta, ma è il pezzo della proposta che ha immediatamente un impatto sulle condizioni di sicurezza del Paese”.
Immediate le reazioni e le critiche da parte dei leader politici, soprattutto di quelli del Movimento 5 Stelle. In un post sul blog, Grillo ha dichiarato: “Aprire un Cie per regione, come propone il Ministro Minniti, rallenterebbe solo le espulsioni degli immigrati irregolari e non farebbe altro che alimentare sprechi, illegalità e mafie, con pesanti multe (pagate dai cittadini italiani) per la violazione di sentenze della Corte di Giustizia Europa e della Corte Costituzionale in materia di diritti umani. È necessario identificare – ha continuato – chi arriva in Italia, scovare i falsi profughi, espellere rapidamente gli immigrati irregolari nel giro di qualche giorno, senza parcheggiarli in inutili Cie, spesso gestiti dalle mafie, accogliere chi ha diritto d’asilo e integrare seriamente gli immigrati regolari”. Peccato che la distinzione “immigrati irregolari”/”rifugiati che hanno diritto” sia una sottigliezza giuridica difficile da accertare e validare nella pratica, poco attinente alle condizioni drammatiche di chi cerca scampo dalla guerra e/o dalla fame con la speranza di conquistarsi una vita che valga la pena di vivere.