Milano, non solo innovazione, creatività e sviluppo. Purtroppo, anche inquinamento. Ogni anno il capoluogo lombardo scarica nei corsi d’acqua metropolitani 2,5 tonnellate di farmaci, 1,6 quintali di droghe d’abuso e quasi mezza tonnellata di prodotti chimici per la cura della persona. Lo rileva uno studio dell’Istituto ‘Mario Negri’, finanziato dalla Fondazione Cariplo. I ricercatori hanno valutato per 5 anni l’inquinamento di farmaci, droghe, disinfettanti, prodotti chimici per la cura della persona, sostanze perfluorurate e plastificanti, oltre a caffeina e nicotina, nel sistema acquifero della grande Milano. In pratica le acque dei fiumi che percorrono l’area milanese (l’Olona, il Seveso e il Lambro), le acque fognarie prodotte dalla città e quelle delle falde da cui si estraggono le acque potabili, sono state analizzate per verificare la presenza di circa 80 sostanze.
“Parte del carico d’inquinanti – spiega Sara Castiglioni, che dirige l’Unità di biomarkers ambientali del Mario Negri – deriva dai depuratori che ricevono le acque fognarie prodotte dalla città. I depuratori contribuiscono a ripulirle prima del loro scarico nell’ambiente, ma solo parzialmente. Soprattutto i farmaci, le droghe e i prodotti chimici per la cura della persona permangono nelle acque trattate e sono riversati in canali e fiumi con ripercussioni sugli ecosistemi. A ciò si aggiungano anche altre fonti di inquinamento, tra cui gli scarichi diretti delle attività zootecniche ed industriali”. Secondo Ettore Zuccato, capo laboratorio di Tossicologia Alimentare, “la contaminazione dei fiumi impatta sull’ambiente, ma anche sull’uomo, dato che l’inquinamento dei fiumi è correlato a quello delle falde acquifere. Fortunatamente al momento il trasporto d’inquinanti sembra riguardare più la falda superficiale e meno la profonda, da cui si ottiene l’acqua per il consumo umano e quindi, a oggi, la qualità dell’acqua può definirsi buona”. Tra gli interventi possibili: regolamentare gli scarichi in ambiente, migliorando le capacità di rimozione dei depuratori e controllando gli scarichi diretti, ma anche sensibilizzare i consumatori a una maggior attenzione”.