L’unione fa la forza, anche contro smog ed inquinamento. Dodici grandi metropoli mondiali, tra cui Milano, vogliono trasformarsi in territori senza energie fossili entro il 2030: in occasione del vertice dei sindaci del network C40 a Parigi, il sindaco della capitale francese, Anne Hidalgo, insieme con gli omologhi di Milano, Londra, Barcellona, Quito, Vancouver, Città del Messico, Copenaghen, Seattle, Città del Capo, Los Angeles e Auckland, hanno firmato un patto con cui si impegnano a trasformare una “parte importante” delle loro città in territori a zero emissioni. Fu proprio la prima cittadina di Parigi, due settimane fa, ad esprimere la volontà di bandire l’auto diesel nel territorio di sua competenza entro il 2024 e l’auto a benzina entro il 2030.
I sindaci di una quarantina fra le grandi metropoli mondiali, dunque, si sono riuniti a Parigi, per confrontarsi concretamente su come migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente. Nel corso della due giorni di lavoro, cominciata ieri, i sindaci hanno incontrato, tra gli altri, i responsabili di numerose multinazionali per trovare soluzioni contro i cambiamenti climatici. Dopo l’uscita degli Usa di Donald Trump dall’accordo sul clima di Parigi (Cop21), l’obiettivo dei primi cittadini delle grandi metropoli mondiali è dimostrare di andare avanti lo stesso per un pianeta migliore. Tra i sindaci del network ‘C40’ presenti a Parigi, anche quello di Milano, Giuseppe Sala. La riunione si è tenuta all’Hotel de Ville, storica sede del comune parigino sulle rive della Senna.
Sei i punti contenuti nel patto: attuazione di politiche incentrate sulla persona, promozione di un massimo di spostamenti ‘soft’, a piedi o in bicicletta nonché sviluppo di trasporti pubblici sostenibili (i sindaci si impegnano ad un 100% di bus a zero emissioni entro il 2025), taglio del numero delle auto più inquinanti e abbandono progressivo entro il 2030 dei veicoli a combustione fossile. I firmatari si impegnano inoltre a dare il buon esempio acquistando «rapidamente» veicoli ad emissioni zero per le flotte municipali.
Ogni anno quasi 9 milioni di morti. Sono questi i numeri (relativi al 2015) riferibili all’inquinamento e che emergono dai risultati di un progetto di ricerca durato due anni, pubblicati dalla rivista Lancet. A fare la parte del leone è l’inquinamento atmosferico (smog, particolato nell’aria, ma anche inquinamento da uso domestico di combustibili fossili), responsabile di 6,5 milioni di morti l’anno (in gran parte per malattie cardiovascolari e respiratorie). Le forme di inquinamento associate allo sviluppo industriale quali l’inquinamento atmosferico ambientale, l’inquinamento chimico, occupazionale e del suolo fanno oggi più vittime che in passato: si è passati da 4,3 milioni nel 1990 a 5,5 milioni nel 2015. A questi dati allarmanti diffusi recentemente dalla stampa si aggiunge la notizia relativa al superamento dei livelli tollerabili sempre più frequenti di polveri sottili nelle principali città italiane. A Milano i livelli di smog non scendono al di sotto della soglia limite per la salute umana, fissata per il PM10 a 50 µg/m³ , e da una settimana la concentrazione di polveri sottili ha superato i 100 µg/m³. Anche in Veneto e Piemonte la qualità dell’aria resta pessima con 114 µg/m³ registrati a Torino e 92 µg/m³ a Venezia Mestre. Questo inquinamento è figlio sia delle produzioni energetiche di fonti fossili sia del cambiamento climatico, prodotto a sua volta dalle emissioni climalteranti.