La scorsa settimana nel capoluogo siciliano, presso la Casa di reclusione Ucciardone, è stato firmato il protocollo d’intesa “Mi riscatto per Palermo”, alla presenza del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Promosso dal Ministero di Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, l’accordo vede in prima linea il Comune di Palermo, la Direzione dell’istituto di reclusione siciliano e il Tribunale di sorveglianza. Il progetto è finalizzato a valorizzare l’inclusione sociale dei detenuti ammessi a svolgere all’esterno lavori di pubblica utilità. L’iniziativa, dopo un’accurata valutazione da parte degli psicologi e della Polizia penitenziaria, prevede l’impiego di 12 detenuti dell’istituto palermitano, con fine rieducativo della pena. Gli stessi saranno inizialmente destinati alla pulizia di Monte Pellegrino, supportati dal personale del Comune, successivamente si occuperanno, invece, della bonifica del fiume Oreto.
“Questo è il terzo accordo che viene firmato a livello nazionale – ha ricordato il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria De Gesu – dopo un lungo lavoro dell’amministrazione penitenziaria locale e dl Comune di Palermo e consentirà ai detenuti di svolgere attività a favore della comunità e nell’ottica di restituzione e di riparazione rispetto all’offesa recata con il reato commesso. Da oggi possiamo contare su un modello che consentirà di aumentare la platea di persone che possono essere impiegate in lavori di pubblica utilità”.
“Da questo legame, che si vuole fare tra la città e il carcere, potrebbe derivare anche una nuova visione per la società civile – ha detto a sua volta la direttrice dell’istituto penitenziario, Rita Barbera –. In questo modo si concretizza la speranza di tutti gli operatori giudiziari: dare un’immagine di riscatto e recupero di gap di pregiudizi per i detenuti”.
“Ci sono tanti settori della giustizia che non possono e non devono avere colore politico – ha infine sottolineato il titolare della Giustizia Bonafede -. Quello che faccio oggi è un appello ai Sindaci di parlare con altri loro colleghi e di dire che c’è questo strumento e di provare a far girare la voce su questo protocollo: io andrò sempre. Su questo punto per tanto tempo c’è stata indifferenza e trascuratezza ma la pena, così, perde di fatto la sua efficacia rieducativa. Nel progetto che noi portiamo avanti si investe sul lavoro come via per il recupero della dignità del detenuto”.
Alla sottoscrizione del protocollo d’intesa sono intervenuti, tra gli altri, il Capo del Dap, Francesco Basentini, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza, Giancarlo Trizzino,