L’Italia è un Paese ricco di bellezze artistiche e paesaggistiche, ma anche di paradossi e d’incongruenze. Molti i casi e gli episodi a conferma di questa tesi. Vale la pena di raccontarne uno per tutti. Il Sindaco di Lauriano – cittadina di 1.496 anime nella Provincia di Torino – tal Matilde Casa, ha recentemente vissuto una vera e propria disavventura che la dice lunga sui rapporti fra magistratura e potere politico-amministrativo. La signora Casa, infatti, è attualmente sotto processo per abuso d’ufficio perché ha osato trasformare un terreno edificabile, già in precedenza agricolo, nuovamente in agricolo. Paradossale, in verità piuttosto assurda, la motivazione del rinvio a giudizio. Secondo il pubblico ministero, la decisione del Primo cittadino avrebbe provocato un danno economico a chi intendeva realizzare su quel terreno una quarantina di villette, arrivando persino a ipotizzare una violazione dell’articolo 97 della Costituzione. Quello, per intenderci, che prescrive l’imparzialità dell’amministrazione. Poco importa che l’area, a detta di un geologo, presentasse qualche criticità. Poco importa, soprattutto, che la determinazione del Sindaco fosse frutto di una delibera adottata dal Consiglio comunale, ossia dell’organo politico eletto dai cittadini, il cui diritto costituzionale di decidere cosa fare del proprio territorio è stato, così, censurato dal potere giudiziario in nome della stessa Costituzione. Probabilmente, il magistrato non ricorda che l’articolo 97 è preceduto dall’articolo 9, il quale afferma che la Repubblica tutela il paesaggio. Ed è singolare che, in un’Italia stuprata dagli orrori edilizi, con un consumo del suolo doppio rispetto alla media europea, che in quarant’anni ha perso 5 milioni di ettari di terreni agricoli, non si processino i politici e gli amministratori responsabili di ciò, bensì chi voglia fare rispettare l’articolo 9 della Costituzione come il Sindaco Matilde Casa.