Non c’è solo la richiesta di risorse economiche nel documento inviato dall’Uncem al Governo e al Parlamento per migliorare la legge di bilancio dello Stato 2019. Saranno i deputati della Quinta Commissione di Montecitorio a esaminare in queste ore il testo. Molte delle proposte Uncem sono già state tradotte in emendamenti da parlamentari di maggioranza e opposizione. Si parte con il Fondo montagna, da portare dagli attuali 10 milioni di euro ad almeno 50 milioni. Poi il Fondo aree di confine, da estendere a tutti i Comuni che confinano con Regioni a Statuto speciale. E il “Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli Comuni” – finora dotato di 160 milioni di euro in 5 anni – previsto dall’articolo 3 della legge 158/2017 che l’Uncem propone venga incrementato di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020, 2021. Dunque 150 milioni di euro in più per gli enti di piccole dimensioni. Ma non basta. Si chiedono pure dieci miliardi in cinque anni per interventi di prevenzione del dissesto: una massiccia opera di manutenzione straordinaria del Paese, troppo fragile, che dunque necessita di risorse stabili da inserire in un piano che gli Enti locali possano condividere con le Regioni.
In attesa di una stabilizzazione della Strategia nazionale Aree interne, finora in azione su 72 aree pilota, l’Uncem chiede inoltre di portare a 100 le aree dove è operativa la Snai, tra le più evolute azioni di pianificazione e investimento degli ultimi vent’anni. L’introduzione di “zone franche montane” – al pari delle zone economiche speciali per i porti e per le aree urbane – possono essere attivate grazie alla legge di bilancio in alcuni particolari distretti economici delle Alpi e dell’Appennino (a partire dai bacini omogenei della Strategia aree interne). Uncem sulla fiscalità (oltre a portare al 4% l’Iva sul pellet), propone di sgravare totalmente le piccole imprese e i negozi di prossimità da imposte, secondo quanto già previsto dalla legge 97 del 1994. Inoltre di lavorare, con una delega al Governo nella manovra, su sistemi fiscali più vantaggiosi per le imprese della green economy e con una particolare impronta nella sostenibilità ambientale dei prodotti e dei processi.
Per i Comuni, Uncem chiede venga lasciata loro l’Imu della categoria D. E che vengano ripristinati i 300 milioni di euro compensativi del passaggio da Imu a Tasi. Il problema del recupero riguarda oltre 1900 Comuni italiani. Via il Documento unico di programmazione per i piccoli Comuni – propone l’Uncem – e una complesiva revisione dei sistemi di tesoreria, finora eccessivamente onerosi per via della speculazione messa in campo da alcune banche italiane. Rispetto alle concessioni, l’Uncem chiede che nella definizione dei parametri per le gare delle grandi derivazione idroelettriche, il territorio dove vi siano dighe e invasi dovenga protagonista con un importante “ritorno” dai gestori per le comunità e gli Enti ove le opere insistano: un meccanismo sussidiario e rispettoso del valore dei beni. Da adeguare il canone sul prelievo delle acque minerali: attualmente il canone medio è di 0,1 centesimi per litro, con questa proposta si passerebbe a 2 centesimi. Una proposta del territorio per il territorio. Per le attività estrattive, l’Uncem segue la proposta di Legambiente per avere un valore minimo in tutta Italia pari al 5% dei prezzi di vendita dei materiali estratti che andrà crescendo fino al 20% dei prezzi di vendita dei materiali cavati.
Ancora, le convenzioni di gestione delle autostrade devono essere affidate sempre tramite gara, con contratti di durata legati alla gestione e manutenzione dell’infrastruttura, stabilendo inoltre che le risorse provenienti dai pedaggi autostradali siano destinate per metà alla manutenzione delle infrastrutture stradali e per metà alla realizzazione di nuove infrastrutture urbane di mobilità sostenibile. Dunque al territorio, alle comunità locali. Seguono le tante le proposte green che Uncem ha condiviso con Legambiente: incentivi per la mobilità elettrica, proroga del sismabonus e dell’ecobonus, fondo di garanzia a supporto delle spese per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici, avvio delle comunità energetiche. Per un Paese che sceglie la green economy: la montagna ne è il naturale bacino.