Indagini serrate sul rogo che ha danneggiato la villa di campagna della famiglia del sindaco di Licata Angelo Cambiano. I rilievi sono proseguiti anche nella notte e non si fermano dopo che ignoti ieri sera hanno dato alle fiamme l’immobile di contrada Stretto intestato al padre del primo cittadino.
Dopo l’attentato incendiario, in municipio a Licata è il giorno della solidarietà al sindaco Angelo Cambiano, in attesa dell’arrivo del ministro Alfano, il primo cittadino dichiara ai giornalisti: “Non lascerò perdere questa battaglia per un solo istante. Tra qualche mese nascerà mio figlio. Cosa gli racconterò? Che suo padre è fuggito? Non penso proprio. Di certo posso dire che al di là dello Stato, che mi è stato vicino in questi mesi, nessuno è stato al mio fianco. La politica mi ha abbandonato e non è quello che mi aspettavo. Paura? Inevitabilmente sì”. “Non ho chiuso occhio – racconta il sindaco – Sono provato. Al ministro dell’Interno Angelino Alfano chiederò, così come è stato fino ad ora, la vicinanza dello Stato, della Prefettura di Agrigento e delle istituzioni tutte. Non si può mandare allo sbaraglio un sindaco in questa maniera. Il problema dell’abusivismo edilizio riguarda tutta la nazione, non certamente soltanto Licata. Chiederò al ministro Alfano di far intervenire il genio militare. Io vengo additato come il sindaco demolitore e dopo questo episodio ho paura per la mia incolumità e per quella della mia famiglia”.
Il primo cittadino di Licata sta portando avanti, assieme alla Procura di Agrigento, dopo aver sottoscritto lo scorso 7 ottobre il protocollo d’intesa con i magistrati di via Mazzini, gli interventi di demolizione delle case abusive di contrada Torre di Gaffe. Alla fine di aprile, quando l’impresa aggiudicataria subì delle intimidazioni, Cambiano era stato chiaro: «Questa città non si piega all’illegalità». Concetto che il sindaco licatese ha ampiamente ribadito su Raiuno durante la trasmissione “L’Arena”.“
Quaranta sindaci dell’Agrigentino intanto si sono dati appuntamento a Licata per manifestare solidarietà nei confronti del collega Angelo Cambiano, che ieri sera ha subito l’incendio della casa del padre, in contrada Stretto. “Domenica all’Arena di Giletti, abbiamo visto Angelo Cambiano spiegare la normalità delle demolizioni degli immobili abusivi – dicono i sindaci dell’agrigentino, attraverso Emilio Messana – Un’ottima figura per la Sicilia e i suoi amministratori. L’affermazione del diritto crea scandalo, fa del suo primo cittadino un eroe, suo malgrado. Oggi saremo a Licata per manifestare la nostra solidarietà e l’indignazione. Alla comunità di Licata, profondamente offesa da questo vile attentato, la nostra vicinanza. Ad Angelo Cambiano il nostro incoraggiamento ad andare avanti nella difesa della nostra terra e dei valori della legalità”.
Alfano: “Finito il tempo dei politici che coccolavano gli abusivi”. “Lo Stato c’è, è forte e fa rispettare le proprie regole. Abbiamo avuto proteste perché una squadra, composta dalla Procura della Repubblica, dal Comune di Licata, dalla Prefettura di Agrigento, ha semplicemente preteso che delle sentenze fossero eseguite. E noi siamo qui per ribadire che le sentenze si rispettano e si eseguono”. Esordisce così il ministro dell’Interno Angelino Alfano, al suo arrivo al Municipio di Licata. “Siamo qui a ribadire una cosa molto importante – dice Alfano – cioè che per il futuro se non avvengono queste demolizioni, ci saranno altre case abusive. E che è finito il tempo della politica che coccolava gli abusivi per avere qualche migliaio di voti. Oggi è giunto il tempo della politica e delle istituzioni che fanno rispettare le leggi, puntando al consenso democratico di tutti quei cittadini che, onestamente, per fare una cosa chiedono il permesso”. “Proporrò una scorta al sindaco e una vigilanza ai luoghi della sua vita perché la scelta di amministrare una città, non significa fare un scelta dell’eroismo – ha continuato Alfano – La paura è un sentimento naturale e lo Stato deve intervenire per sottrarre paura a chi ce l’ha avendo avuto il consenso del popolo per governare un terra splendida e difficile come questa”. Ma al suo arrivo il ministro ha dovuto anche affrontare le contestazioni. In molti hanno gridato “vergogna, vergogna”. intanto stamattina è stata abbattuta un’altra costruzione abusiva.