La Toscana è la terza regione per numero di eco-reati (73), dove Lazio (134) e Campania (95) guidano la classifica, così come sui sequestri (22), ma in questo caso la Puglia (28) e la Calabria (25) fanno da capofila. «Un dato bifronte- spiega Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana- da leggere con attenzione: da una parte la Toscana al centro di tanti appetiti criminosi, ma anche terra di grande contrasto alle mafie». Nel complesso sono 947 i reati e le violazioni amministrative accertati, 1.185 le persone denunciate e 229 i beni sequestrati per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro. Contestato in 118 casi il nuovo delitto di inquinamento e per 30 volte il disastro ambientale. La legge n. 68 del 2015, che ha introdotto nel codice penale il titolo VI-bis dedicato ai delitti ambientali, «comincia a dare i suoi frutti. L’impianto legislativo entrato in vigore il 29 maggio ha determinato l’avvio di una nuova stagione per il contrasto delle ecomafie, grazie a nuovi delitti specifici da contestare, come l’inquinamento e il disastro ambientale, con limiti di pena adeguati, tecniche investigative efficaci e tempi di prescrizione raddoppiati», sottolinea l’associazione ambientalista nel bilancio dei primi otto mesi dall’entrata in vigore della norma (al 31 gennaio 2016). A livello regionale è il Lazio è la regione dove si è concentrato il più alto numero di contestazioni della legge 68, ben 134, con 121 denunce e 17 sequestri; subito dopo spicca la Campania (95), dove si registra il maggior numero di persone denunciate, 137; al 3° posto figura la Toscana (73), seguita da Umbria (68), Emilia Romagna (67), Puglia (62), e Lombardia (58). Il maggior numero di sequestri è stato riscontrato in Puglia (28), seguita dalla Calabria (25) e dalla Toscana (22).