Nella lotta all’ecomafia e agli ecoreati arrivano i primi segnali di una inversione di tendenza, dopo l’introduzione della legge sui delitti ambientali nel codice penale e un’azione più repressiva ed efficace. Nel 2015 sono infatti diminuiti gli illeciti ambientali accertati, per un valore di 19,1 miliardi, quasi tre miliardi in meno rispetto all’anno precedente che era di 22 miliardi.
Questo corrisponde comunque a più di 76 reati al giorno, circa 3 ogni ora. Salgono a 188 gli arresti, mentre diminuiscono le persone denunciate 24.623 e i sequestri 7.055. Sono 18mila gli immobili costruiti illegalmente. In calo sono anche le infrazioni nel ciclo del cemento e dei rifiuti. Crescono, invece, gli illeciti nella filiera agro-alimentare, i reati contro gli animali e soprattutto gli incendi, con un’impennata che sfiora il 49%. I roghi che hanno mandato in fumo più di 37.000 ettari, si concentrano nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), regioni che hanno visto nell’ultimo anno prosciugare la spesa per opere pubbliche, e per la gestione dei rifiuti urbani, sotto la soglia dei 7 miliardi, a fronte dei 13 dell’anno precedente.
Il nuovo rapporto ‘Ecomafia 2016’, è stato messo a punto, anche grazie alla collaborazione delle forze dell’ordine e degli altri organi di polizia giudiziaria.
“Considero i crimini ambientali veri e propri ‘furti di futuro’, reati gravissimi in quanto privano il Paese e i cittadini della bellezza del territorio e della propria salute – ha osservato il presidente del Senato Pietro Grasso, facendo presente l’importanza di ripristinare l’ambiente ‘ferito’ portando avanti un programma nazionale di bonifica – io credo che il rinnovato e corale impegno del sistema-Paese in questo campo sia il segnale di un importante cambio di passo”.