Secondo il rapporto “Le mafie liquide in Veneto. Forme e metamorfosi della criminalità organizzata nell’economia regionale” di Unioncamere e Libera, che ha elaborato un’analisi sulla situazione veneta nel 2015, sono state 167 le persone e le 33 società coinvolte in accertamenti, 80 gli immobili e 20 i beni mobili sequestrati ad organizzazioni mafiose nello stesso anno. La relazione del Comando regionale Veneto della Guardia di Finanza ha rilevato 4.500 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette nel primo semestre 2015. Su 15 organizzazioni attive nel traffico o nella vendita di sostanze stupefacenti attive nel nord Italia, 3 sono in Veneto dove ndrangheta, camorra e cosa nostra si suddividono traffici e profitti con le organizzazioni straniere. L’organizzazione maggiormente attiva è la camorra attraverso l’estorsione connessa all’usura. Lo scorso anno la confisca dei beni in mano alla criminalità organizzata ha registrato un significativo balzo in avanti. Dagli 88 beni censiti in Veneto nel 2013 si è infatti passati ai 186 nel 2015. La tendenza delle mafie nel reinvestimento e nell’acquisizione di quote societarie si è evoluta con la compartecipazione e l’acquisizione di quote in società a responsabilità limitata. Prendendo in considerazione la distribuzione della presenza mafiosa per settori, il comparto più colpito risulta essere l’edilizia. Nel quadro complessivo l’incidenza percentuale dei beni sequestrati in Veneto sul totale di quelli confiscati in Italia rimane molto bassa (meno dell’1%) restando la regione più attrattiva nel nord- est. In termini quantitativi Venezia è la provincia del Veneto che al 31 dicembre 2015 ha registrato il maggior numero di beni confiscati (60), seguita da Verona (54), Padova (36), Belluno (17), Vicenza (10), Treviso (5) e Rovigo (4).