“Questa notte l’alpinismo è stato iscritto nella lista del Patrimonio Immateriale Unesco.” Così un tweet del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha dato la notizia del successo della candidatura multinazionale promossa da Francia, Italia e Svizzera e presentata nel marzo 2018.
“Siamo orgogliosi di questo nuovo riconoscimento dell’UNESCO, che segna un ulteriore impegno nella promozione del dialogo interculturale e della cooperazione. È inoltre la dimostrazione di una sempre maggiore attenzione mostrata dal MiBACT nel rapporto tra le politiche culturali, le comunità locali e gli impatti turistici”. Questo il commento del Ministro Dario Franceschini.
La candidatura, coordinata dall’Ufficio UNESCO del Segretariato Generale del MIBACT che ha seguito il processo istruttorio tecnico di negoziazione e di relazioni internazionali, coinvolge a livello nazionale i territori dell’intero arco alpino e dell’Appennino Centrale, tra cui i massicci del Monte Bianco, del Monte Rosa, le Dolomiti e il Gran Sasso.
La pratica dell’Alpinismo, rappresentata dalle comunità del Club Alpino Italiano (CAI) e del Collegio Nazionale delle Guide Alpine (CNAGAI), è espressione di saperi e tecniche, valori di solidarietà e di aiuto reciproco, oltreché di competenze specifiche. La sua visibilità in quanto patrimonio culturale immateriale contribuisce ad approfondire e diffondere la conoscenza ambientale e degli ecosistemi, anche nel rispetto delle specificità culturali locali dei territori, coniugando l’importanza di salvaguardare, in maniera integrata e sostenibile, aspetti del patrimonio naturale e tradizionalmente trasmessi dalle comunità.