Il Mibact, l’Agenzia del Demanio e il Comune di Chiusdino (nel senese) hanno sottoscritto un accordo di valorizzazione per il trasferimento del complesso monumentale “Abbazia di San Galgano” dallo Stato all’Amministrazione municipale, come previsto dalle procedure del federalismo demaniale culturale. La sigla dell’intesa precede l’atto di trasferimento in proprietà che verrà definito a settembre e che, di fatto, chiuderà il percorso relativo al passaggio del complesso monumentale al Comune di Chiusdino, che potrà reperire e investire tutte le risorse necessarie a garantire la massima fruibilità del sito.
L’articolo 5, comma 5 del Dlgs n. 85 del 2010, il c.d. “Federalismo demaniale”, stabilisce infatti che “nell’ambito di specifici accordi di valorizzazione dei conseguenti programmi e piani strategici di sviluppo culturale, definiti ai sensi e con i contenuti di cui all’art. 112, comma 4 del Codice per i beni culturali ed il paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i. , lo Stato provvede entro un anno dalla data di presentazione della domanda di trasferimento, al trasferimento alla Regione e agli altri Enti territoriali, ai sensi dell’art. 54, comma 3 del citato Codice, dei beni e delle cose indicati nei suddetti accordi di valorizzazione”.
Il sito storico è costituito dall’eremo e dal grande monastero, oggi completamente in rovina e ridotto alle sole mura. Il cenobio rispetta pienamente i canoni delle abbazie cistercensi; questi erano stabiliti dalla regola di San Bernardo e prevedevano la localizzazione, lo sviluppo planimetrico e lo schema distributivo degli edifici. Le chiese dovevano sorgere lungo le più importanti vie di comunicazione (in questo caso la Via Maremmana) per rendere più agevoli le comunicazioni con la casa madre. In genere, inoltre, erano poste vicino ad un corso d’acqua (per San Galgano il fiume Merse) per poterne sfruttare la forza idraulica. Dal punto di vista architettonico gli edifici dovevano essere caratterizzati da una notevole sobrietà formale. Attualmente è possibile visitare l’interno dell’Abbazia, la sala capitolare, lo scriptorium, gli ambienti esterni come i resti del Chiostro e le aree adiacenti intorno al complesso abbaziale. Appena finiti i lavori sarà aperto alla visita il primo piano, ossia quello dei dormitori dove si trovano le cellette dei monaci e la stanza di San Galgano.