Dal 2014 al 2020 meno della metà dei progetti finanziati per l’edilizia scolastica è stato concluso. Il 29% degli edifici ha bisogno di interventi urgenti. Permane il divario cronico tra nord e sud. Questi alcuni dei principali dati tratti dalla XX edizione del Rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi. Sfogliando il documento si scopre, ad esempio, che su un campione di 6.156 edifici in 87 Comuni capoluogo di provincia, frequentati da circa 1,2 milioni di studenti, circa il 58% delle scuole non ha certificazioni base come l’agibilità; ricade in area sismica 1 e 2 il 43% delle scuole, di cui solo poco più del 30% è costruito con la tecnica antisismica; più dell’87% degli edifici è sotto la classe energetica C. Non è stato ancora bonificato l’amianto in 145 edifici (in gran parte al nord) di quelli oggetto d’indagine, frequentati ogni giorno da 28.500 studenti. La metà delle scuole non ha impianti per lo sport e solo il 55% circa ha la mensa scolastica.
In altre parole, venti anni d’indagine dimostrano che il divario tra nord, centro, sud e isole permane costante. I dati di Ecosistema Scuola ci dicono inoltre che dal 2014 al 2020, su 6.547 progetti previsti, 4.601 sono stati finanziati e solo 2.121 portati a termine. Numeri che testimoniano le difficoltà incontrate dagli enti locali, e che possiamo tradurre anche con la differenza che intercorre tra l’importo stanziato per la realizzazione delle opere e la spesa effettiva. Per un importo totale stanziato di 3.359.614.000 euro, l’importo totale finanziato è di 2.416.370.000 euro e l’importo finanziato dei progetti avviati di 1.415.747.000 euro: passaggi in cui viene “perso” ogni volta circa un miliardo di euro. Siamo, dunque, all’anno zero della ripartenza? L’auspicio è che il Recovery Plan faccia la differenza determinando la svolta, sia del sistema scuola, sia dell’intero Paese.
Fonte: Legambiente