Presentato il 6 febbraio scorso, a Roma, il Rapporto Mattm-Unep, dal titolo “Financing the Future”. Un Report che sottolinea l’importanza dell’economia circolare per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Documento che vede al centro delle azioni di governo l’ambiente, non più come un vincolo, ma come motore della “quarta rivoluzione industriale”. I temi dell’ambiente sono ormai presenti nell’agenda internazionale di tutti i Paesi. Temi globali insomma e non solo dal punto di vista geografico come li abbiamo interpretati fino a oggi, ma dal punto di vista dei valori.
“Lo sviluppo ambientale è lo sviluppo industriale del Paese – ha detto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – L’ambiente entra sempre più nelle nostre prospettive finanziarie e sarà tra i fattori economici più rilevanti prevalentemente per tre ragioni: la prima, di tipo etico-morale, riguarda il debito ambientale che i Paesi sviluppati hanno nei confronti dei Paesi in via di sviluppo. La seconda ragione è che l’ambiente sarà centrale in quella che definiamo ‘la quarta rivoluzione industriale’ e le imprese che capiranno per prime l’economia circolare saranno quelle più competitive nel nuovo mondo. La terza ragione – ha concluso Galletti – è che la sostenibilità ambientale ha una stretta relazione con i bilanci delle aziende; molte materie prime considerate inesauribili non lo saranno più e finanza e ambiente saranno sempre più legate tra loro”.
L’Italia ha inserito la finanza verde tra gli ambiti prioritari del proprio programma di presidenza del G7 Ambiente in programma a giugno a Bologna, esaminando il ruolo dei centri finanziari per la sostenibilità e i bisogni delle Pmi. Dal Rapporto Mattm-Unep “Financing the Future”, che si conclude con l’indicazione di 18 azioni specifiche in materia politica di innovazione finanziaria, infrastrutture di mercato e creazione delle conoscenze, si evince come il nostro Paese si trovi oggi di fronte all’opportunità strategica di orientare il proprio sistema economico e finanziario in modo da sostenere la transizione verso un modello di sviluppo a bassa intensità di carbonio, che sia inclusivo e sostenibile. Un treno da non perdere.