Il 29 aprile, il Consiglio Regionale della Campania ha approvato il Disegno di legge “Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti”, il cui testo originale era stato proposto dall’Assessore all’ambiente Fulvio Bonavitacola (DGR n. 733 del 16/12/2015).
Come ha ricordato il Presidente della Commissione Ambiente, Gennaro Oliviero: “il provvedimento mette in campo una serie di misure per adeguare la gestione dei rifiuti in Campania alle regole dell’Unione Europea, inadempimento costato all’Italia un’aspra condanna della Corte di giustizia europea. Essa si ispira al principio dell’economia circolare per la progettazione e la produzione di beni riutilizzabili e detta, quindi, disposizioni di riassetto della gestione dei rifiuti solidi urbani e di pianificazione regionale in materia di rifiuti speciali e per la bonifica dei siti inquinati, in coerenza con la normativa europea e con la legislazione statale. Altro punto fondamentale riguarda la salvaguardia dei lavoratori dei Consorzi di bacino”.
I principali obiettivi da raggiungere entro il 2020 sono: la raccolta differenziata al 65%; per ciascuna frazione differenziata, il 70% di materia effettivamente recuperata. A tali fini, la Regione assicura, tra l’altro, incentivi economici e misure premiali sulla tariffa per i Comuni che fanno registrare i migliori risultati, favorisce progetti di riduzione degli sprechi alimentari, promuove lo sviluppo dell’impiantistica collegata al riuso e al riciclaggio, promuove la ricerca sul rifiuto residuale.
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani, sono previsti gli Ambiti territoriali ottimali (ATO), ed esattamente: tre Ato per la Città Metropolitana di Napoli e un ATO per ciascuna delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno. Ciascun ATO può essere articolato in aree omogenee denominate Sub Ambiti Distrettuali (SAD). I Comuni dovranno aderire all’Ente dell’Ambito Territoriale in cui ricade il rispettivo territorio per l’esercizio in forma associata delle funzioni in materia di gestione del ciclo dei rifiuti.
Il Piano d’ambito territoriale costituisce lo strumento per il governo delle attività di gestione per lo svolgimento del servizio di gestione integrata dei rifiuti, in attuazione del Piano Regionale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani (che, insieme con il piano per i rifiuti speciali e quello per la bonifica delle aree inquinate, costituisce il quadro regionale della pianificazione regionale).
A tutela dei livelli occupazionali, il ddl prevede la continuità occupazionale per subentri tra gestori e la ricollocazione lavorativa del personale già dipendente dei Consorzi di bacino.
E’, inoltre, prevista la costituzione di un Osservatorio regionale sulla gestione dei rifiuti e la modulazione della tariffa, legata a meccanismi di premialità per i Comuni.