“L’emergenza climatica non aspetta nessuno. Per questo mi sono recato in questi giorni a Londra per incontrare i nostri partner inglesi nell’organizzazione della prossima Conferenza mondiale sul clima”, ha dichiarato il ministro dell’ambiente Sergio Costa. Nel corso della sua prima missione all’estero dopo il lockdown, Costa so è confrontato con Alok Sharma, Presidente di Cop26 e Ministro per le attività produttive del Regno Unito, e Lord Zac Goldsmith, Sottosegretario presso i ministeri dell’Ambiente, dello sviluppo internazionale e degli affari esteri, nonché con l’ambasciatore italiano presso il Regno Unito, Raffaele Trombetta.
La 26esima Conferenza internazionale delle parti (COP) della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si terrà, infatti, a Glasgow a novembre del prossimo anno e l’Italia è il Paese co-organizzatore insieme al Regno unito. L’Italia, inoltre, ospiterà i due momenti preparatori molto importanti nel settembre del prossimo anno a Milano: la PreCop, dove si negozieranno gli accordi che saranno poi ratificati a Glasgow, e la Yout4Climate, la prima conferenza mondiale dei giovani sul clima.
“L’emergenza Covid – ha spiegato ancora Costa – ci ha costretto a rinviare di un anno la Cop26, e di conseguenza la PreCop e la Youth4Climate dedicata ai giovani, ma non per questo l’attenzione deve calare, anzi, dobbiamo sederci ai diversi tavoli di negoziazione con idee ancora più chiare e ambiziose. Prima di arrivare alla Conferenza sul clima ci aspettano però due importantissimi incontri internazionali: il G7, che sarà organizzato dal Regno Unito, e il G20, la cui presidenza nel 2021 toccherà all’Italia. Devo dire che ho trovato piena assonanza nei nostri partner inglesi nel darci obiettivi precisi per quanto riguarda le politiche climatiche già nel corso di questi due eventi, ai quali siedono le maggiori potenze industrializzate e, di conseguenza, quei paesi che hanno maggiori responsabilità nelle emissioni di gas climalteranti. Soprattutto ora che dobbiamo riprenderci da una pandemia globale. Con Alok Sharma ci siamo trovati d’accordo, infatti, nel ritenere che la ripresa sarà verde o non sarà. E tutti dobbiamo fare la nostra parte perché lo sia. Altro punto importante su cui ci siamo trovati in sintonia – ha continuato Costa – è quello di avere un quadro d’insieme, una visione olistica, che tenga unita la tutela della biodiversità con le politiche climatiche. I due temi sono strettamente legati e un primo banco di prova sarà anche la prossima Conferenza delle parti sulla biodiversità che si terrà a Kunming in Cina nei prossimi mesi”.
Fra i punti toccati nel corso degli incontri di Londra, c’è il ruolo particolare dell’Italia che farà da facilitatrice nei rapporti con gli altri Paesi che parteciperanno a Cop26: “Non tutti i paesi del Pianeta remano ancora con la stessa intensità e per questo ho proposto che il nostro Paese, per la sua tradizione e per i suoi rapporti di familiarità con molti di queste nazioni, possa fare da apripista e mediatore affinché la Conferenza di Glasgow riesca pienamente. In questi giorni a Londra – conclude Costa – abbiamo potuto piantare i primi semi per la costruzione di un nuovo percorso, certamente ambizioso, ma importante per il nostro futuro e per quello del Pianeta. Questa è una sfida che dobbiamo vincere tutti insieme e l’Italia, oggi più che mai, ha un ruolo fondamentale”.