Negli ultimi 20 anni i servizi di pubblica utilità, Asl, Anagrafe e Posta, sono meno utilizzati, nel Report “I Servizi di pubblica utilità anno 2023” l’Istat rileva che nel 2023 la quota di utenti di 18 anni e più che si reca alla Asl, all’Anagrafe e alla Posta, ha subito una contrazione nell’arco di 20 anni (Asl -16%, Anagrafe -28% e Posta -14%), ma è stabile rispetto al 2022.
La frequentazione della ASL o della Posta aumenta al crescere dell’età degli utenti, mentre ai servizi anagrafici ricorrono di più gli individui di 35-44 anni; permane la differenza nei livelli di accessibilità ai servizi, le famiglie residenti nel Mezzogiorno mostrano maggiori difficoltà rispetto al resto del Paese.
Si attesta al 50,8% la quota di famiglie che ha molta o abbastanza difficoltà a raggiungere il Pronto Soccorso; più in difficoltà le famiglie che risiedono nei piccoli Comuni (68,6% quelli sotto i 2000 abitanti). Al 49% la quota di persone che attende oltre 20 minuti alla Asl, 40% i maggiorenni che si recano alla Asl (33,8% all’Anagrafe, 57,9% alla Posta). La quota di frequentatori della ASL raggiunge il massimo al Centro (44%) e il minimo nelle isole (33%).
Donne e uomini si recano in egual misura agli uffici postali, ma fino ai 54 anni si tratta di un’abitudine femminile, dai 60 anni tale propensione diventa più alta per gli uomini in virtù di un effetto generazionale che determina una maggiore propensione degli uomini delle generazioni anziane a occuparsi di queste pratiche e che li conduce dopo i 75 anni di età a superare le donne del 16%.
L’Istat prosegue segnalando che nel 2023 meno del 40% delle persone di 18 anni e più si è recato alla ASL; indicatore che raggiunge valori più elevati nel Centro e nel Nord-est (44%) e il minimo nelle Isole (33%); situazione decisamente diversa tra le 2 Isole (39,7% per la Sardegna e 31% per la Sicilia), gli utenti che lamentano file di attesa superiori ai 20 minuti per i servizi offerti dalle ASL sono ben il 49%.
Differenziato sul territorio anche il giudizio sugli orari, se si considera la soddisfazione per gli orari di apertura degli sportelli dell’ASL, il 60% degli utenti di 18 anni e più considera l’orario comodo; il livello di soddisfazione è più alto tra gli utenti di 60 anni e più e, tra gli anziani, soddisfatto il 66% degli individui tra i 65 e i 74 anni. Molto meno soddisfatti i 25-44enni (53%) che si trovano in una fase del ciclo di vita che richiederebbe maggiore flessibilità e ampiezza degli orari. Il giudizio sugli orari di apertura è differenziato a livello territoriale, la quota di utenti che considera l’orario comodo tocca il 67% nel Nord-est contro il 45% nelle Isole.
Il 30% degli utenti di 18 anni e più non vorrebbe un cambio dell’orario di apertura degli sportelli della ASL, mentre il 43% lo vorrebbe. A desiderare un diverso orario sono i giovani e gli adulti tra i 25 e i 59 anni, la percentuale di chi esprime la necessità di modificare l’orario di apertura supera la media nazionale, con un picco del 52% tra i 35 e i 44 anni.
A livello territoriale gli utenti che preferirebbero modificare l’orario sono quelli delle Isole (47%), tra le Regioni, spicca la Sardegna (50,7%), seguita dalla Campania (49,6%); rispetto alla dimensione demografica del Comune di residenza emerge che i residenti nei Comuni centro delle aree metropolitane vorrebbero una modifica degli orari (45%) più di quelli dei piccoli Comuni (40%).
Relativamente agli orari di apertura degli uffici anagrafici, il 65,9% degli utenti di più di 18 anni è soddisfatto dell’orario; tra gli over 60 si raggiunge una quota del 73%; soddisfatti per l’orario soprattutto i maggiorenni residenti al Nord (67%), meno al Centro e nelle Isole (59,4% e 62%). Nei Comuni Centro dell’area metropolitana la percentuale di soddisfatti si attesta al 52,9% contro il 77,4% dei piccoli centri. Il 36% degli utenti di 18 anni e più non vorrebbe cambiare l’orario di apertura degli uffici anagrafici, mentre il 44% degli utenti lo modificherebbe. A voler modificare l’orario sono gli utenti tra i 25 e 59 anni (50%), la quota di quanti modificherebbero l’orario di apertura degli uffici anagrafici mostra un aumento tra il 2015 e il 2017 (+7%). Sul territorio la richiesta di modificare l’orario è più diffusa nelle regioni del Centro (48%) e nei Comuni Centro delle aree metropolitane. (59,7%)
Fonte: ISTAT