Le giornate sono state meno difficili del primo lockdown, dove il dato del clima familiare rimane positivo, ma peggiora la valutazione della situazione economica per 3 cittadini su 4 che hanno scelto parole positive per descrivere il clima familiare a fronte dell’8,4% che ha scelto termini più negativi. Rilevante che più di un quinto della popolazione (22,2%) ha avuto difficoltà nel far fronte agli impegni economici, il 50,5% è pessimista sulla situazione economica del Paese.
Le parole che i cittadini hanno scelto di utilizzare per descrivere le giornate durante la seconda ondata epidemica confermano le difficoltà del periodo, il 34,1% ha utilizzato parole di accezione positiva, il 44,7% si è espresso negativamente e il 21,2% in termini neutri. La situazione è comunque migliorata rispetto ad aprile 2020, quando il 56,9% si era espresso con giudizi negativi e il 20,6% positivi.
L’abitudine a convivere con la situazione e la minore rigidità delle regole di comportamento hanno contribuito alla riduzione del sentimento della noia che in fase di primo lockdown era stato particolarmente sentito e diffuso. “Normale” (43,6%), “lavorativa” (12,4%), “uguale” (7,8%) sono gli aggettivi più usati, termini che rimandano a una normalità recuperata rispetto ad aprile 2020, quando la parola “normale” rappresentava il 37,8% di quelle né positive né negative e la parola “lavorativa” il 3,6%, anche in conseguenza della sospensione delle attività produttive.
Il clima familiare è positivo per 9 persone su 10, i rapporti sono buoni e riguardo le relazioni con i familiari conviventi, più di 3 cittadini su 4 (76,2%) hanno scelto parole di significato positivo, l’8,4% termini di accezione negativa, il 14,9% termini neutri. Questa ridistribuzione ricalca quella emersa in fase di primo lockdown, a conferma di una diffusa tenuta dei legami familiari.
Al di là dei termini utilizzati, la resilienza delle relazioni familiari è confermata dai giudizi espressi dai cittadini. Il 93,1% li definisce buoni (49,1%) o ottimi (44,0%) i rapporti con i familiari conviventi, per il 6,7% sono neutri, mentre lo 0,3% li definisce pessimi. Questo giudizio positivo è trasversale alle classi di età, al territorio e alla tipologia familiare anche in questo caso, i dati restituiscono una fotografia sovrapponibile a quella scattata nel primo lockdown.
La convivenza forzata, nella gran parte dei casi, non ha avuto effetti sul clima familiare che è rimasto inalterato (86,3%) e per un cittadino su 10 è migliorato, anche se la quota è più bassa di quella rilevata ad aprile 2020 (15,6%). Le relazioni tra conviventi sono invece peggiorate per il 3,2% della popolazione (2,6% ad aprile 2020), 1 milione di persone per le quali la pandemia ha messo a dura prova la convivenza all’interno delle mura domestiche.
Il tempo dedicato alla famiglia è aumentato, le regole vigenti durante la seconda ondata hanno ridotto gli spostamenti e le attività fuori casa e ciò ha comportato una riorganizzazione dei tempi, sebbene per la gran parte dei cittadini il tempo dedicato alla famiglia sia rimasto lo stesso (70,5%) e uno su quattro (28,3%) è riuscito a incrementare quello dedicato ai propri familiari.
Per 8 persone su 10 il rapporto di coppia va bene come prima della pandemia e il quesito sui cambiamenti indotti alla vita di coppia fa emergere un quadro rassicurante; per oltre i tre quarti delle persone in coppia (77,2%), durante la seconda ondata non è cambiato nulla, per il 12,8% il rapporto è addirittura migliorato, soprattutto gli uomini tra i 45 e i 54 anni riportano un miglioramento del rapporto.
In un quadro complessivamente positivo, va tuttavia segnalato che per poco meno di una persona in coppia su 10 la situazione appare critica, si tratta di 2 milioni di persone che vivono in contesti familiari difficili (900mila uomini e 1 milione e 200mila donne): più della metà hanno visto peggiorare il rapporto di coppia e a riportare una situazione difficile o peggiorata in fase di pandemia sono in particolare le donne tra 25 e 34 anni (22,8% a fronte del 9,3% degli uomini della stessa classe di età).