Due, il numero di componenti per famiglia nel 2050, 2,21 nel 2024, sei mln. gli over65 che vivranno da soli nel 2050, 4,6 mln. nel 2024 e otto mln. il calo della popolazione in età attiva entro il 2050, nella fascia 15-64 anni, dagli attuali 37mln. a 30mln.
Questi, in sintesi, i principali numeri riportati nel recente Report dell’Istat ‘Previsioni della popolazione residente e delle famiglie – Base 1/1/2024‘. Le previsioni demografiche, aggiornate al 2024, disegnano un processo di transizione all’interno del quali il peso dell’odierna struttura per età della popolazione è prevalente rispetto agli attesi comportamenti demografici.
A loro volta, aumento della sopravvivenza, bassa natalità e trasformazioni familiari confermano un cambiamento nella struttura della popolazione che comporterà un auto-rafforzamento del processo di invecchiamento, nonostante l’apporto positivo delle migrazioni con l’estero.
La popolazione residente, oggi 59 mln. è prevista in diminuzione a 55 mln. entro il 2050, un calo graduale, ma costante nel tempo.
Entro lo stesso anno la quota di anziani di 65 anni e oltre sale al 35% (dal 24%), quella di individui di 15-64 anni scende al 54% (dal 64%), all’1% la quota di giovani fino a 14 anni (dal 12% all’11%).
1 famiglia su 5 sarà composta da 1 coppia con figli (oggi 3 su 10), mentre il 41% delle famiglie sarà formata da persone sole (oggi 37%).
L’attesa futura diminuzione della popolazione segue l’andamento negativo registrato negli ultimi 10 anni. Lo scenario di previsione vede un calo di 478mila individui entro il 2030 (58 mln.), con un tasso di variazione annuo pari al -1,2. Nel medio termine la diminuzione della popolazione subisce un’accelerazione: da 58 mln. a 55 mln. tra il 2030 e il 2050 (tasso di variazione pari al -3,3).
Nel lungo periodo la dinamica demografica prevista ha un impatto maggiore sulla numerosità della popolazione: in base allo scenario scenderebbe nel 2080 a 46 mln., – 8 mln. rispetto al 2050 (-5% in media annua). Sotto tale ipotesi il calo complessivo dall’anno 2024 ammonterebbe a 13 mln. di residenti.
Nel 2050 l’intervallo di confidenza al 90% associato alla numerosità della popolazione è pari a 4 mln. (52 – 57), nel 2080 raggiunge il valore di 14 oscillando tra 39 e 53 mln.
Considerando gli estremi degli intervalli di confidenza al 90%, nell’ipotesi più favorevole la popolazione potrebbe subire una perdita di “soli” 6,2 mln. tra il 2024 e il 2080, di cui 2,2 mln. entro il 2050.
Al contrario, nello scenario di maggiore diminuzione, nel 2080 la popolazione avrebbe 20 mln. di individui in meno rispetto ad oggi, 6,5 mln. dei quali persi nel 2050.
In conclusione è inevitabile che la popolazione diminuisca, pur a fronte di evidenze numeriche diverse, che richiamano scenari non solo demografici, ma anche sociali ed economici di impatto diverso.
Il territorio sarà interessato da un progressivo spopolamento con alcune differenze a livello geografico, la variabilità farà sì che nel Mezzogiorno il fenomeno raggiunga una dimensione significativa rispetto al Centro-nord. Mentre al Nord si prospetta un lieve, ma significativo incremento di popolazione (+1% annuo fino al 2030), al contrario al Centro (-1,3%) e nel Mezzogiorno (-5%) si preannuncia un calo di residenti.
Nel periodo intermedio (2030-2050), e a lungo termine (2050-2080), il calo di popolazione sarà generalizzato in tutte le ripartizioni geografiche, ma nel Mezzogiorno l’intensità della diminuzione raggiungerà livelli più alti. Nel lungo periodo, la popolazione del Nord potrebbe ridursi di 2,8 mln. di abitanti entro il 2080, ma di 200mila se si guarda al 2050, ben diverso è il percorso evolutivo della popolazione nel Mezzogiorno che nel 2080 potrebbe ridursi di 8 mln. di abitanti, 3 mln. dei quali entro il 2050.
Il fattore “incertezza” che accompagna le evidenze descritte può portare a differenti valutazioni, nel Nord è possibile un percorso di costante crescita demografica (+1,1 mln. di residenti al 2080), viceversa nel Centro quanto nel Mezzogiorno tale possibilità non è mai contemplata, nemmeno nelle ipotesi più favorevoli.
Fonte: ISTAT