L’uso delle tecnologie digitali ha avuto un ruolo chiave nella gestione dell’emergenza per garantire la continuità, durante la pandemia, dell’attività istituzionale e dell’erogazione dei servizi resi dalla P.A.. La comunicazione social ha interessato 6 istituzioni su 10. E’ quanto emerge da un report dell’Istat sui dati 2020. La tecnologia più utilizzata per la gestione dei dati e l’erogazione dei servizi è il web che ha raggiunto una copertura del 100% in tutte le realtà organizzative, fatta eccezione per le Comunità montane e le Unione di Comuni (98,2%) e per gli Enti pubblici non economici (98,8%) che non l’hanno ancora raggiunta. Di largo impiego (61% delle istituzioni) è la tecnologia social basata su strumenti comunicativi, il cui utilizzo si è intensificato nella fase pandemica per intrattenere i rapporti con l’utenza in forma immediata e interattiva. Si rileva una diffusione capillare presso Università (98,6%), Amministrazioni dello stato e organi costituzionali o a rilevanza costituzionale (91,2%), Giunte e Consigli regionali (85%) e Città metropolitane (78,6%). A seguire Aziende ed enti del servizio sanitario nazionale (69,8%), Province e Comuni, con un’incidenza del 65%. Meno diffusa la presenza sui social media delle Comunità montane, delle Unioni di Comuni (30,9/%) e degli Enti pubblici non economici (54,9%).