Nell’anno scolastico 2022/2023 sono 338mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado, il 4% degli iscritti (+7% rispetto al 2021). Migliora l’offerta di insegnanti per il sostegno (+10%), il rapporto alunno insegnante, pari a 1,6 è migliore di quello previsto dalla legge, ma tra gli insegnanti 1 su 3 non ha una formazione specifica e il 12% viene assegnato in ritardo. Problemi di discontinuità nella didattica: il 60% degli alunni con disabilità cambia insegnante di sostegno ogni anno, il 9% nel medesimo anno. Questi alcuni dati del Report Istat sull’Inclusione scolastica degli alunni con disabilità del 2 febbraio u.s.
Notevoli le differenze in termini di genere, gli alunni con disabilità sono prevalentemente maschi, 229 ogni 100 femmine. Tale evidenza è in linea con le statistiche epidemiologiche che da tempo evidenziano differenze di genere in vari disturbi dello sviluppo neurologico, tra cui i disturbi dello spettro autistico, del comportamento e dell’attenzione. Il problema più frequente è la disabilità intellettiva che riguarda il 37% degli studenti disabili, quota che cresce nelle scuole secondarie di 1° e 2° grado attestandosi al 42% e al 48%; seguono i disturbi dello sviluppo psicologico (32% degli studenti), che aumentano nelle scuole del 1° ciclo, in particolare nella scuola dell’infanzia (57%).
Frequenti anche i disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione, ciascuno dei quali riguarda 1/5 degli alunni con disabilità, entrambi diffusi tra gli alunni delle scuole secondarie di primo grado (il 26% e il 21% degli alunni); meno frequenti le problematiche relative alla disabilità motoria (10,5%) e alla disabilità visiva o uditiva (8%), con differenze poco rilevanti tra gli ordini scolastici. Il 39% degli alunni con disabilità presenta più di una disabilità, questa condizione è frequente tra gli alunni con disabilità intellettiva che nel 54% dei casi vive una condizione di pluridisabilità.
Un terzo degli studenti (28%) ha un problema di autonomia e difficoltà nello spostarsi all’interno dell’edificio, mangiare, andare in bagno o comunicare. Tra questi, un quinto, ha problemi gravi e non è in grado di svolgere autonomamente nessuna delle 4 attività. La maggiore difficoltà per questi studenti si riscontra nella comunicazione (21%) e nell’andare in bagno (19%), meno frequenti le difficoltà nello spostarsi o nel mangiare (il 13% e il 9%), tutti gli alunni presentano una certificazione di disabilità o di invalidità (97%) che permette l’attivazione del sostegno scolastico, si osserva tuttavia una quota marginale di alunni (1,3%) che, pur non disponendo di una certificazione, usufruisce del sostegno didattico; si tratta di alunni in attesa di certificazione o con problematiche borderline a cui la scuola decide di dedicare una parte delle risorse disponibili . Tale quota è minima nelle regioni del Nord (0,9%) e aumenta nel Centro (2,3% di alunni senza certificazione), mentre nel Mezzogiorno è in linea con il valore nazionale (1,3%).
Da altri dati presi in esame risulta che il 27% delle scuole non dispone di un numero sufficiente di postazioni informatiche adattate agli alunni con disabilità (1 su 3 nel Mezzogiorno), 62% sono gli alunni con disabilità che non partecipano alle gite con pernottamento (72% nel Mezzogiorno), 40% la quota di scuole accessibili per gli alunni con disabilità motoria all’interno delle quali si riscontra il 17% degli alunni con sordità o ipoacusia e l’1,2% degli alunni con cecità o ipovisione.
Nel Mezzogiorno poi troviamo più ore di sostegno, il numero di ore settimanali fruite da ciascun alunno ammonta a 15,3: il confronto tra gli ordini scolastici mette in evidenza una maggiore dotazione nella scuola dell’infanzia (20 ore), seguita dalla primaria (16) e dalla secondaria di secondo grado (13). A livello territoriale si osservano differenze per tutti gli ordini scolastici, con un numero di ore maggiorate nelle scuole del Mezzogiorno: + 3 ore settimanali rispetto alle scuole del Nord. Il 4% delle famiglie ha presentato ricorso al TAR, ritenendo l’assegnazione delle ore non adeguata , nel Mezzogiorno i ricorsi sono frequenti (5%), nel Nord la quota scende al 3%.
Fonte: ISTAT