Nonostante i significativi progressi compiuti nella riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, lo stato generale dell’ambiente in Europa non è buono, soprattutto per quanto riguarda la natura che continua a subire degrado, sfruttamento eccessivo e perdita di biodiversità e per l’accelerazione dei cambiamenticlimatici che rappresentano una sfida urgente.
Queste le conclusioni a cui giunge il Rapporto sull’ambiente in Europa nel 2025, che costituisce l’analisi più completa sullo stato attuale e sulle prospettive dell’ambiente, del clima e della sostenibilità nel continente, basata su dati provenienti da 38 paesi. Le prospettive per la maggior parte delle tendenze ambientali sono preoccupanti e pongono gravi rischi per la prosperità economica, la sicurezza e la qualità della vita in Europa.
Urge ripensare i legami tra la nostra economia e l’ambiente naturale, il territorio, l’acqua e le risorse naturali, solo ripristinando l’ambiente naturale in Europa sarà possibile mantenere un’economia competitiva e una qualità della vita elevata per i cittadini europei.
Il rapporto è stato redatto in collaborazione con la Rete europea di informazione e osservazione ambientale (Eionet) dell’AEA che si avvale della competenza dei principali esperti e scienziati in campo ambientale, provenienti dai 32 paesi membri dell’AEA e dai 6 paesi cooperanti.
I risultati del Rapporto sono stati presentati dalla Direttrice esecutiva dell’AEA, Leena Ylä-Mononen a Bruxelles durante la conferenza “EU’s environment for prosperity and resilience” organizzata dalla Presidenza danese del Consiglio dell’Unione europea e il Segretariato generale del Consiglio e che ha visto la partecipazione del Presidente dell’ISPRA Stefano Laporta. Il processo di disseminazione del Rapporto, che fornirà conoscenze essenziali per i decisori politici che progettano la politica ambientale dell’UE per i prossimi 5 anni, interesserà anche i paesi della rete Eionet che organizzeranno eventi nei prossimi mesi.
L’Italia lancerà il Rapporto europeo con un evento di alto profilo il 28 ottobre congiuntamente con i 2 Rapporti nazionali “Stato dell’ambiente in Italia 2025: indicatori e analisi” ISPRA e “Rapporto ambiente SNPA” del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, realizzati con la medesima base informativa.
Dal Rapporto risulta come siano stati compiuti progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, ma lo stato generale dell’ambiente in Europa non è buono, soprattutto per quanto riguarda la natura, che continua a subire degrado, sfruttamento eccessivo e perdita di biodiversità. Anche gli effetti dell’accelerazione dei cambiamenti climatici sono una problematica urgente, secondo il Rapporto sullo stato dell’ambiente, pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), le prospettive per la maggior parte delle tendenze ambientali sono preoccupanti e comportano gravi rischi per la prosperità economica, la sicurezza e la qualità della vita in Europa.
Il Rapporto sottolinea che cambiamenti climatici e degrado ambientale rappresentano una minaccia per la competività dell’Europa, dipendente dalle risorse naturali. Il documento evidenzia anche che il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050 dipende anche da una migliore e più responsabile gestione del suolo, dell’acqua e di altre risorse. Protezione delle risorse naturali, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, insieme alla riduzione dell’inquinamento rafforzeranno la resilienza delle funzioni sociali vitali che dipendono dalla natura, quali la sicurezza alimentare, l’acqua potabile e le difese contro le inondazioni. Il Rapporto esorta ad accelerare l’attuazione di politiche e azioni, per una sostenibilità a lungo termine, già concordate nell’ambito del Green Deal europeo. Tali azioni sono in linea con le priorità della Bussola per la Competività della Commissione Europea in materia di innovazione, decarbonizzazione e sicurezza.
Il Rapporto sull’ambiente in Europa 2025 è l’analisi completa sullo stato attuale e le prospettive per l’ambiente, il clima e la sostenibilità del continente basato sui dati provenienti da 38 paesi. Il documento sottolinea che l’Unione europea è leader mondiale nell’impegno per il clima, in quanto riduce le emissioni di gas serra e l’uso di combustibili fossili mentre raddoppia la quota di energie rinnovabili dal 2005. Negli ultimi 15 anni sono stati compiuti significativi progressi anche nel miglioramento della qualità dell’aria, nell’aumento del riciclo dei rifiuti e dell’efficienza delle risorse, ulteriori progressi raggiunti su una serie di fattori che consentono la transizione verso la sostenibilità come, l’innovazione, il lavoro verde e la finanza sostenibile, sono motivo di oƫtimismo.
Sfide complesse da affrontare. La biodiversità sta diminuendo in tutti gli ecosistemi terrestri, di acqua dolce e marini a causa delle pressioni esercitate da modelli di produzione e consumo non sostenibili, come dimostra il sistema alimentare. Guardando al futuro, si prevede che il deterioramento dello stato della biodiversità e degli ecosistemi europei continui ed è improbabile che gli obiettivi politici concordati vengano raggiunti entro il 2030, analogamente, le risorse idriche europee sono sotto forte pressione e lo stress idrico colpisce un terzo della popolazione e del territorio europeo. Nel Rapporto si sottolinea che mantenere ecosistemi acquatici sani, proteggere i bacini idrografici e garantire che le risorse idriche sotterranee siano reintegrate è fondamentale per assicurare la futura resilienza idrica dell’Europa. Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, l’Europa è il continente che si riscalda più rapidamente nell’intero pianeta. L’aumento della frequenza e dell’entità delle catastrofi legate al clima, nonché la consapevolezza che il clima continuerà a cambiare nonostante gli sforzi di mitigazione dell’UE, sottolineano la necessità di adattare la società e l’economia europee, garantendo che nessuno sia lasciato indietro. Secondo il rapporto, queste sfide prioritarie richiedono la necessità di ripensare i legami tra la nostra economia e l’ambiente naturale, il suolo, l’acqua e le risorse naturali, solo ripristinando l’ambiente naturale sarà possibile mantenere un’economia competitiva e una qualità di vita alta per i cittadini europei.
Ampliare e diversificare. Il Rapporto afferma che vi è la necessità di un cambiamento dei sistemi di produzione e consumo: decarbonizzazione dell’economia, transizione verso la circolarità, riduzione dell’inquinamento e gestione responsabile delle risorse naturali. Le politiche dell’UE, compreso il Green Deal, tracciano un percorso verso la sostenibilità, il documento si sofferma sull’impegno volto a ripristinare gli habitat attraverso soluzioni basate sulla natura, che rafforzeranno la resilienza e contribuiranno agli sforzi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Si sottolinea anche la necessità di decarbonizzare i principali settori economici, in particolare i trasporti, ed affrontare la questione delle emissioni dell’agricoltura. L’aumento della circolarità ha il potenziale di ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di energia e di materie prime critiche. Infine investendo nella transizione digitale e verde dell’industria europea, l’Europa può migliorare la produttività e diventare un leader mondiale nell’innovazione verde, sviluppando tecnologie per la decarbonizzazione di industrie difficili da abbattere, quali l’acciaio e il cemento.
L’Italia sta compiendo passi significativi verso la sostenibilità, ma deve affrontare numerose sfide. Tra i punti di forza lo sviluppo dell’agricoltura biologica, la crescita delle fonti rinnovabili, che supera il traguardo 2020 e punta al 39% entro il 2030, e la riduzione delle emissioni di gas serra, ampia l’estensione delle aree protette, ma per contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei sarà necessario compiere ulteriori passi avanti. Sul fronte dell’economia circolare, l’Italia registra un tasso elevato di utilizzo dei materiali, anche se occorre ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche, rafforzando il riciclo e il riutilizzo delle risorse presenti sul territorio. Restano aperte questioni importanti: dalle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici alla gestione dei rifiuti, fino alle sfide socio-economiche legate al divario generazionale, alla scarsa mobilità sociale e alla diffusa povertà energetica. Le sfide ambientali si intrecciano con quelle sociali ed economiche, richiedendo un approccio capace di coniugare tutela ambientale, innovazione e benessere collettivo. In questo percorso, il PNRR rappresenta uno strumento decisivo per sostenere sostenibilità, innovazione e competitività, mentre la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, in coerenza con l’Agenda 2030, resta il quadro di riferimento per garantire politiche coerenti e di lungo periodo.
Il Rapporto sull’ambiente in Europa 2025 è il 7°della serie pubblicata dall’AEA dal 1995, contiene informazioni di evidenza scientifica, basate su dati oggettivi e su come dobbiamo rispondere alle complesse sfide che abbiamo di fronte, quali i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l’inquinamento di aria e acqua. Redatto in collaborazione con la rete europea di informazione e di osservazione in materia ambientale (Eionet) dell’AEA, il Rapporto si avvale dell’esperienza dei principali scienziati di Eionet nel settore ambientale, nei 32 paesi membri dell’AEA e nei 6 paesi cooperanti.
Fonte: ISPRA