Sono 75.885 le domande di Reddito di Inclusione pervenute all’Inps nel periodo fra il 1° dicembre 2017 e il 2 gennaio 2018. Le Regioni da cui sono state trasmesse il maggior numero di domande sono la Campania, con 16.686 (22%), e la Sicilia, con 16.366 (21,4%), seguite dalla Calabria, con 10.606 richieste (14,0%). Superiori alle 5.000 le domande trasmesse da Lombardia e Lazio, rispettivamente 5.338 (7,0%) e 5.237 (6,9%).
All’opposto, nella graduatoria, si situano la Puglia e la Provincia Autonoma di Trento, da dove non risultano trasmesse domande, mentre dalla Provincia Autonoma di Bolzano le richieste arrivate sono solamente 8.
Intanto con il messaggio n. 24 pubblicato il 5 gennaio 2018 l’INPS illustra le nuove versioni delle procedure internet e intranet per la gestione delle domande, entrambe in linea dal 30 dicembre 2017.
Si tratta di novità che interessano per lo più i Comuni e gli enti atti alla predisposizione delle domande di reddito di inclusione ma che interesseranno anche i cittadini.
Per quanto riguarda la versione internet sono stati adeguati i controlli sulle date indicate nella sezione ReIcom e nei modelli ReIcom e sono state apportate delle correzioni per le domande dei richiedenti nati all’estero.
Mentre per la versione intranet è stato eliminato il filtro territoriale ed è stata risolta l’anomalia che non consentiva la visualizzazione delle domande per alcune sedi.
In estrema sintesi, il ReI – che può essere richiesto da cittadini italiani, comunitari o extracomunitari con permesso di lungo soggiorno residenti in Italia da almeno due anni al momento di presentazione della domanda -viene riconosciuto ai nuclei familiari con Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) complessivamente non superiore a 6mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro. Il patrimonio familiare sotto forma di depositi e conti correnti non deve poi superare i 10mila euro (8mila per la coppia e 6mila per i single). È poi necessario che l’Isre (l’indicatore reddituale dell’Isee diviso la scala di equivalenza) non superi i 3mila euro.