In Parlamento e fra i cittadini, alla ricerca di soluzioni positive, si dibatte una questione di particolare rilevanza per i tributi locali: l’Imu sui terreni che, da agricoli sono diventati edificabili, rischia di penalizzare molti piccoli agricoltori e proprietari. Sussiste infatti una casistica nazionale relativa a terreni agricoli, poi riconosciuti edificabili perché inseriti in zone di espansione urbana. Una trasformazione che ne ha aumentato il valore e, di conseguenza, le tasse da pagare, ma si è tramutata in un “dramma a carico di cittadini che non sanno come far fronte a una situazione debitoria abnorme, immeritata e ingiusta”. Così l’ha definita un onorevole del M5S, proponendo come correttivo un sistema di retrocessione da terreno edificabile ad agricolo basato su parametri oggettivi e non sulla discrezionalità delle Pubbliche Amministrazioni. Ricordiamo a proposito che un terreno è edificabile quando il PRG stabilisce che su di esso si possa costruire. Per il Fisco, ovviamente, un terreno edificabile ha un valore di mercato maggiore rispetto a uno su cui l’edificazione non sia consentita. Su tale valore di mercato, pertanto, viene quantificata l’IMU da pagare. Sono esenti dall’IMU le aree edificabili possedute da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali. Se, invece, il possessore dell’area edificabile non abbia la qualifica di coltivatore diretto o imprenditore agricolo, dovrà pagare l’IMU in misura ordinaria. Si tratta, indubbiamente, di una situazione penalizzante date le difficoltà di sfruttare economicamente il valore del terreno mediante la realizzazione di fabbricati o la sua vendita , dovute alla crisi economica.
Un esempio di soluzione positiva al problema, che potrebbe essere estesa ad altri enti e persino recepita da una legge nazionale, viene dal Comune di Chieti, laddove l’Amministrazione, prendendo atto delle difficoltà venutesi a creare, ha dato ai cittadini la possibilità di fare istanza di retrocessione dei terreni da edificabili ad agricoli. La richiesta è stata poi approvata dal Sindaco, che ha predisposto una variante al Piano regolatore generale.