A quanto pare la pallida luce di una languida luna che ha fatto da cornice a tante storie d’amore nei vicoli dei borghi più romantici d’Italia fa ora paura.
I numeri sono ‘chiari’: sei milioni di italiani hanno regolarmente paura del buio o della cattiva illuminazione pubblica di strade, piazze e giardini, mentre 29,3 milioni di persone si sono sentite, negli ultimi 12 mesi, insicure in un luogo pubblico a causa della scarsa illuminazione. È quanto emerge dalla ricerca condotta da Censis per conto di Gewiss, che ha indagato l’opinione degli italiani sull’illuminazione degli spazi pubblici e della sua qualità.
L’argomento è più sentito di quello che sembri. Si pensi alla raccolta firme a Colognola dopo il delitto di Daniela Roveri. Raccolta firme per avere maggiore sicurezza depositata il 1° febbraio con 1.084 nominativi.
Gewiss è un’azienda italiana che opera a livello internazionale nella produzione di soluzioni e prodotti per la domotica, l’energia e l’illuminotecnica per i settori residenziale, terziario e industriale.
La ricerca rivela che a temere maggiormente il buio sono le giovani donne (il 76,2%, il 15,8% in più rispetto alle altre donne), gli abitanti delle grandi città (il 71,5%, il 13,6% in più rispetto alla media nazionale), quelli delle Sud e delle Isole (62,6%) e gli abitanti del Centro (58,5%). Secondo gli italiani, nella classifica dei luoghi pubblici con un’illuminazione non adeguata prevalgono le strade fuori dal contesto urbano (secondo il 68,6% degli intervistati) con, a seguire, giardini, parchi e parcheggi (per il 57,6%) e le strade del contesto urbano (con il 37,4%).
La questione riguarda anche le strutture sanitarie: sono 9,2 milioni, infatti, gli italiani che dicono di essere stati nell’ultimo anno in ospedali e altre strutture male illuminate. Gli ospedali con cattiva illuminazione vengono denunciati di più nelle Regioni del Sud (26%, +17,5% rispetto al Nord-Est e +7,9% rispetto alla media nazionale) e nelle grandi città (22,2%, +4,1% rispetto alla media nazionale).
Riferiscono di luci inadeguate nelle scuole anche 2,6 milioni di genitori di alunni. L’insufficiente illuminazione coinvolge in particolare le scuole delle Regioni del Sud (28,5%, +9,9% rispetto al Nord-Ovest e +5,5% rispetto al totale nazionale). Molto diversa l’esperienza degli italiani in luoghi emblematici del commercio, come i centri commerciali e i supermercati: infatti, solo il 6,4% ne ha visitati di male illuminati. Infine, l’82% degli italiani ritiene che illuminare monumenti, statue, palazzi e opere architettoniche sia un modo per valorizzarli e farli visitare di più.
Una sensibilità particolare sul tema della cattiva illuminazione è dimostrata, infine, dalla categoria dei cosiddetti ‘Millennial’, che giudicano assolutamente inefficiente l’illuminazione dei luoghi pubblici e di lavoro (70,6%) e dai laureati (64,5%). Risultati paradossali, se si tiene in considerazione che la cifra annuale spesa dai Comuni italiani per l’illuminazione pubblica è pari a 1 miliardo di euro (nello specifico 18,7 euro pro capite), cifra record rispetto alla media dei Paesi europei a eccezione solo della Spagna.
Dall’analisi Censis/Gewiss risulta che il consumo annuo pro capite per illuminazione pubblica in Italia è 107 kWh: oltre il doppio della Germania con i suoi 50kWh, della Gran Bretagna con 42kWh e un terzo in più della Francia. Tale cifra è conseguenza dell’installazione di una potenza troppo elevata nei punti luce, con un consumo normalizzato per popolazione di 105 chilowattora, mentre nella Ue è in media di 51 chilowattora. Ciò significa che l’Italia ha una potenza installata per superficie urbanizzata più che doppia rispetto alla maggior parte dei Paesi europei.
“L’auspicio – sottolinea Aldo Bigatti, Sales&Marketing Director Business Unit Lighting Gewiss – è che le amministrazioni locali vogliano impegnarsi a investire in progetti di ristrutturazione degli impianti di illuminazione esistenti con la tecnologia Led. Sarebbe davvero un contributo concreto, e molto apprezzato dai cittadini, nella direzione delle tanto ambite Smart City”.