Secondo la Corte di giustizia dell’Unione europea la normativa italiana in materia di appalti pubblici, secondo la quale il subappalto non può superare il 30% dell’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture, non è in linea con le norme Ue. “La direttiva Ue 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sugli appalti pubblici” deve essere interpretata nel senso che “osta a una normativa nazionale”, come quella italiana “che limita al 30% la parte dell’appalto che l’offerente è autorizzato a subappaltare a terzi”, scrive la Corte nella sentenza che riguarda la causa della Vitali contro Autostrade per l’Italia.
Lo ha stabilito la quinta sezione della Corte di giustizia europea nella sentenza del 26 settembre 2019, causa C-63/18, avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte dal Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia con ordinanza del 13 dicembre 2017.