Non solo nelle vie cittadine, posate in corrispondenza delle case delle vittime milanesi dei campi di concentramento e di sterminio: quest’anno le Pietre d’inciampo saranno anche virtuali, rilanciate dai profili Instagram di alcuni tra i più importanti influencer italiani per fare inciampare anche i più giovani sul ricordo dei deportati nei lager nazifascisti.
È quanto pensato dal Comitato milanese Pietre d’inciampo – Presidente onorario la Senatrice a vita Liliana Segre – dall’agenzia Imille e da Ctrl magazine, con il progetto Instagram history, presentato questa mattina a Palazzo Marino in collaborazione con la piattaforma del Comune Milano è memoria e alla presenza della vice sindaco di Milano Anna Scavuzzo, del Presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé, del Presidente del Comitato Pietre d’inciampo Marco Steiner e di Stefano Boeri, architetto e Presidente di Triennale Milano.
A partire dal 27 gennaio, Giorno della memoria, saranno 31 le nuove Pietre d’inciampo posate a Milano nel corso dell’anno, per un totale di 121 presenze in tutta la città.
Nati da un’idea dell’artista berlinese Gunter Demnig, i sampietrini d’ottone che ricordano il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo della morte dei deportati che non hanno più fatto ritorno a casa, il 27 gennaio verranno pubblicati sulla pagina Instagram milanopietredinciampo e condivisi virtualmente da alcuni tra i più popolari influencer italiani e dal sindaco di Milano Giuseppe Sala attraverso delle stories di Instagram. Tra gli altri, partecipano al progetto AC Milan, Mahmood, Noemi, Elisa, I ministri, Selton, Costantino della Gherardesca, Stefano Boeri e Ghemon. Grazie a loro, le pietre potranno diffondersi rapidamente. Nel progetto Instagram History sono state coinvolte anche alcune scuole superiori cittadine – Carlo Porta, Galdus, G. Marconi e A. Manzoni -, i cui studenti hanno fatto delle ricerche per la ricostruzione delle biografie delle donne e degli uomini che verranno ricordati.
“Ricordare e trasmettere la memoria e i valori che custodisce è un dovere di tutti, che impegna ancora di più chi ha un ruolo politico e amministrativo – commentano la vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo e il Presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé -. Le Pietre d’inciampo, oltre a ricordarci le vite di chi ha subito le più atroci ingiustizie, in questi anni sono diventate anche il simbolo di ciò che deve rappresentare per tutti la memoria: qualcosa che si impone sulle coscienze, che abbatte l’indifferenza e che costringe alla riflessione, induce e stimola l’agire consapevole dei cittadini, soprattutto di quelli di domani. Per questo motivo è fondamentale impegnarsi perché ai più giovani arrivino con forza le testimonianze di chi ha vissuto le atrocità del secolo scorso. Quest’anno, costretti dal virus a limitare al massimo la socialità, lo faremo con un bel progetto condiviso da tanti influencer che sui social network hanno un grande seguito tra le ragazze e i ragazzi. Pietre virtuali sulle quali si inciamperà in maniera non meno improvvisa di quanto avvenga con quelle reali posate nelle strade della nostra città. Con l’augurio che il ricordo di chi si è sacrificato negli anni più bui della nostra storia possa guidarci verso una società migliore”.
“Con le nuove pose di quest’anno – dichiara il Presidente del Comitato Marco Steiner -, le Pietre d’Inciampo milanesi sono ormai diffuse su tutto il territorio urbano e coinvolgono tutte le componenti della cittadinanza. Sinora riuscivamo a coinvolgere un target di persone oggettivamente di età non giovanissima, persone che condividevano un ricordo. L’utilizzo di Instagram ci permette di condividere una memoria avvicinandoci ai giovani: fa inciampare i giovani in qualcosa che non conoscono: potrebbe svilupparsi un effetto domino!”.
“Creare contenuti sui social è una cosa che ai ragazzi viene molto naturale, e questa volta ha avuto uno scopo di approfondimento e di riflessione – spiega Paolo Pascolo, Amministratore delegato de Imille -. Le nuove generazioni con i social consumano ogni giorno una grande quantità di informazioni, spesso in maniera frenetica e superficiale. Con ‘Instagram history’ abbiamo creato una rottura in questo stream riportando alla luce delle storie che potessero far riflettere. La Storia del ‘900 -anche quella più nefasta- è fatta anche dalle singole storie personali di uomini e donne. ‘Instagram History’ dà voce alle vicende di queste persone che – senza nessuna colpa e per il loro coraggio – furono deportate e non tornarono più a casa”.