La produzione di energia dalle onde oggi soddisfa lo 0,02% della domanda energetica in Europa, ma se si arrivasse a coprire il 10% del fabbisogno energetico con lo sfruttamento combinato anche delle maree, sarebbe possibile produrre energia per due intere nazioni. Dell’intero Mediterraneo la Sardegna è l’area che potrebbe produrre più energia dal mare, con un potenziale di 13 kW per metro di costa, un valore molto simile agli Stati del nord Europa più all’avanguardia nello sviluppo di questa fonte rinnovabile come la Danimarca. Il primato nell’Isola spetta in particolare all’area sud-ovest e nord-occidentale nei pressi di Alghero. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Enea presentata il 20 maggio a Cagliari in occasione della “Giornata europea del Mare”.
Secondo gli studi scientifici dell’Enea, il maggiore potenziale energetico del mare della Sardegna occidentale è il doppio rispetto a quello del Canale di Sicilia (7 kW/m), maggiore di oltre tre volte ai 4 kW per metro di costa del basso Tirreno, più che quadruplo di quello dello Ionio e del medio Tirreno (3 kW/m), nonchè di circa 6 volte quello del Mar Ligure (2,5Kw/m) e dell’Adriatico (2 kW/m in media). Secondo stime Ue al 2050, investire nell’energia dal mare permetterebbe di realizzare in Europa un mercato di oltre 50 miliardi di euro l’anno e 450.000 nuovi posti di lavoro, con un significativo impatto sul fronte della decarbonizzazione, grazie ad un taglio delle emissioni di oltre 270 milioni di tonnellate.
Gli ultimi sviluppi tecnologici dei convertitori di energia dalle onde hanno dimostrato come sia possibile sfruttare al meglio questa risorsa, che rispetto al solare e all’eolico, può contare su un sistema di accumulo naturale di energia costituito dalle onde stesse. I ricercatori dell’Enea e del Politecnico di Torino stanno lavorando alla progettazione del dispositivo in scala 1:1, con una potenza nominale di 200 kW, che potrebbe risultare molto utile per le tante isole italiane nelle quali la fornitura di energia è garantita principalmente da costose e inquinanti centrali a gasolio. I dispositivi potrebbero contribuire in maniera rilevante anche a contrastare i fenomeni di erosione attraverso la riduzione dell’energia delle onde sulla costa e senza impattare sul paesaggio, poichè sono in larga parte sommersi.