La transizione ecologica nei territori: il Green&Blue Index. Il punteggio dell’indice Green&Blue permette la comparazione di ogni provincia italiana con un benchmark rappresentato dalla «provincia ideale» alla quale è attribuito un punteggio pari a 100. La città metropolitana più avanti nella transizione ecologica è Firenze (punteggio pari a 80,1). Seguono Bologna (78,9) e Torino (78,5). A distanza dalle altre città metropolitane, Napoli (69,5). Tra le province con più di 500.000 abitanti Bolzano ottiene il punteggio più alto, poi Trento (80,1) e Brescia (78,9). Chiude la provincia di Cosenza (74,1). Tra le province tra 300.000 e 500.000 abitanti, sono Pordenone (80,0), Parma (79,4) e Potenza (79,2) a ottenere i punteggi più elevati. Tra le province con meno di 300.000 abitanti, è La Spezia a ottenere il punteggio più alto, seguita da Nuoro.
Il made in Italy: una certezza anche in periodi di crisi. L’export di quattro settori del made in Italy (abbigliamento e moda, alimentari e bevande, arredo casa e automazione-meccanica) vale 288 miliardi di euro, quasi il 60% del totale dell’export. La punta di eccellenza è rappresentata dai materiali da costruzione in terracotta italiani (distretti di Sassuolo e Scandiano, Imola e Faenza, Impruneta, Vietri), che coprono oltre il 24% di tutto l’export mondiale del prodotto. I prodotti in pelle (che comprendono le scarpe e gli accessori dell’alta moda) e le bevande rappresentano circa il 10% di tutto l’export mondiale nei rispettivi settori. Rispetto al 2019, sono i prodotti farmaceutici e chimici a registrare un aumento consistente nelle esportazioni in molte regioni italiane. In molte delle regioni italiane sono sensibilmente aumentate anche le esportazioni dei prodotti in metallo, di mezzi di trasporto e dei prodotti chimici, in particolare in Liguria, Lazio, Sardegna e Friuli Venezia Giulia.
Sostenere la crescita per contrastare la povertà energetica. Nel 2021 il 6,5% delle famiglie italiane era in ritardo con il pagamento delle bollette (dato in linea con la media europea). Ancora più numerosi sono coloro che affermano di non riuscire a riscaldare adeguatamente la propria abitazione: l’8,1% delle famiglie, un dato superiore di 1,2 punti percentuali al dato europeo. La pandemia non ha modificato il quadro geografico della povertà energetica, che persiste in particolare nei Paesi del sud-est del continente: in Grecia, Bulgaria e Croazia la percentuale di chi è in arretrato con il pagamento delle bollette è superiore al 9% e rimane fra le più alte anche quella di quanti non riescono a riscaldare la propria casa. In tutti i Paesi dell’Unione, la fascia di popolazione maggiormente colpita è quella con bassi livelli di reddito e in particolare dei single con figli a carico.
La terra del vino: la dimensione territoriale e la qualità della produzione. In Italia la superficie destinata alla coltivazione di uva da vino è di 661.000 ettari, il 97% della quale ha fornito nell’ultimo anno 68,7 milioni di quintali di prodotto. Tra il 2020 e il 2021 si è assistito a una riduzione del 3% della superficie coltivata e del 5% della produzione totale. Se si raffronta la superficie dell’Italia con quella coltivata a uva da vino, quest’ultima è pari al 2,2% del totale e coprirebbe un territorio grande più della Liguria e poco meno del Friuli. La Sicilia è la regione italiana a maggiore estensione della coltivazione (103.000 ettari), seguita dal Veneto (95.000 ettari) e dalla Puglia (88.000 ettari). Le due regioni meridionali rappresentano da sole circa il 30% di tutta la superficie coltivata a uva da vino in Italia, e in entrambi i casi la copertura del loro territorio a coltivazione di uva da vino supera il 4%. Il Veneto, con una quota sul totale nazionale pari al 14,4%, è la regione con la più alta incidenza di terreni coltivati a uva da vino. La ricchezza e la varietà dei territori regionali assicura una produzione totale di vino che nel 2021 si è attestata poco sotto i 49 milioni di ettolitri, con una riduzione rispetto al 2020 del 6,2%. Un terzo circa della produzione ha riguardato il vino da tavola, poco sotto la soglia dei 20 milioni di ettolitri è la quantità di vino a denominazione di origine protetta, mentre è vicina ai 12 milioni quella relativa ai vini a indicazione geografica protetta.
Il Pnrr e i tempi delle opere pubbliche. Nel Mezzogiorno sono necessari mediamente 3,5 anni per realizzare un’opera pubblica, un anno in più rispetto al resto del Paese. A livello nazionale servono 18 mesi dalla progettazione, nelle sue varie fasi, alla pubblicazione del bando o dell’avviso di gara: un arco di tempo superiore a quello che serve per l’affidamento e poi l’esecuzione dell’opera (15 mesi). Il Pnrr ha previsto che entro il 2024 dovrebbe ridursi di almeno il 15% il tempo dell’esecuzione dei lavori, corrispondente a circa un mese, e a meno di 100 giorni (per i contratti superiori alle soglie di cui alle direttive Ue sugli appalti) il tempo medio tra la pubblicazione del bando e l’aggiudicazione dell’appalto, corrispondente a poco più di 3 mesi. Tuttavia, poiché i tempi lunghi sono dovuti ai passaggi burocratici, è necessario aumentare l’efficienza delle stazioni appaltanti. Le amministrazioni locali e regionali hanno avviato il 67% delle procedure, una percentuale che arriva all’80% in Calabria e Sardegna.
Fonte: Censis