Ad assicurarlo due giorni fa a Venezia è stato il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, il quale ha tenuto a precisare che si era garantito il completamento dei lavori entro due anni, perciò il Mose va avanti. “Dobbiamo poi mettere in ordine varie questioni – ha detto Delrio – come la gestione e la manutenzione, che meritano tanto quanto l’opera, che è il frutto dell’ingegneria italiana di straordinaria rilevanza”. In relazione alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il Mose, il ministro ha ricordato che “è di questo Governo il commissariamento dell’opera, che è andato di pari passo al nuovo codice sugli appalti per combattere la corruzione in profondità”.
L’opera geoingegneristica in fase di realizzazione è finalizzata alla difesa della laguna veneziana dalle acque alte, attraverso la costruzione di schiere di paratoie mobili a scomparsa poste alle cosiddette bocche di porto (i varchi che collegano la laguna con il mare aperto attraverso i quali si attua il flusso e riflusso della marea) del Lido, di Malamocco e di Chioggia, in grado di isolare temporaneamente l’area lagunare dal mare durante gli eventi di alta marea.