IL cyber spazio è ormai una protesi del mondo fisico. Il suo doppio virtuale. Tutto ciò che accade nella realtà si riverbera inevitabilmente nella dimensione virtuale, e viceversa. Ecco perché, nell’età del Caos e del conflitto globale, gli Stati Uniti hanno aperto una nuova linea di guerra contro lo Stato islamico, affidandone la regia al Cyber Command. Per la prima volta, accanto alle armi tradizionali saranno utilizzate quelle cibernetiche. La fonte della notizia è il New York Times, che svela come sia stato lo stesso presidente Barack Obama a sollecitare il ricorso a questo tipo d’intervento. La Nsa (National Security Agency), specializzata nella sorveglianza elettronica, per anni ha spiato i militanti dell’Isis, rivela il NYT, facendone puntuale rapporto nel briefing d’intelligence quotidiana del presidente.
Il Cyber Command, che è la controparte militare della Nsa, si è però concentrato prevalentemente su altri Paesi come Russia, Cina, Iran e la Corea del Nord – spesso autori di attacchi informatici contro gli Stati Uniti – e finora non ha lanciato alcuna operazione contro quella che è diventata la più pericolosa organizzazione terroristica del mondo. L’obiettivo della cyberguerra, spiega il quotidiano americano, è quello di distruggere la capacità dello Stato Islamico di diffondere i suoi messaggi per ottenere nuovi adepti, far circolare ordini dai comandanti verso i nuclei sparsi ai quattro angoli del pianeta e svolgere le altre funzioni tattiche e strategiche per le quali la rete è uno strumento indispensabile. Il piano prevede anche di imitare e modificare i messaggi inviati dall’Is in rete, al fine di reindirizzare i militanti verso zone più vulnerabili agli attacchi di droni o forze speciali.