Le principali fonti di entrata finanziaria per le amministrazioni dello Stato, a tutti i livelli, sono le tasse e le imposte pagate da cittadini e imprese. Somme necessarie alla gestione e all’erogazione dei servizi per il territorio di riferimento. La parte dedicata alle entrate all’interno dei bilanci comunali è divisa in diverse sezioni. Una di queste si chiama “Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa“. Al suo interno sono presenti molte voci, tra cui “Imposte, tasse e proventi assimilati“. In termini quantitativi si tratta della voce di entrata più importante del bilancio, perché si riferisce a diversi tipi di contribuzione che cittadini e imprese riversano nelle casse comunali (quella sulle abitazioni, l’addizionale comunale Irpef, l’imposta comunale propria, le tasse sulle concessioni di competenza comunale, sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, sull’occupazione degli spazi e aree pubbliche, sui servizi comunali (Tasi) e sulla pubblicità in strada o per le affissioni pubbliche. Dunque, una componente molto importante nell’ambito delle entrate complessive dei Comuni tanto che, ad esempio, a Verona, Bari e Padova le entrate per tasse e imposte rappresentano quasi la metà del totale delle entrate in bilancio. Tra le grandi città, quelle dove tasse e imposte incidono meno sulle entrate in bilancio sono invece Messina (18,6% del totale), Firenze (16%) e Napoli (12,1%), mentre Venezia è quello che registra un’entrata maggiore per tasse e imposte: 1.405,97 euro pro capite. Seguono Milano (1.035,84), Bologna (838,9), Roma (834,54) e Firenze (802,22). In fondo alla classifica troviamo Trieste, con 568,47 euro pro capite, Napoli (486,23) e Messina (397,3). Particolare il caso di Roma, dove le entrate per tasse e imposte sono aumentate del 20,3% in quattro anni.
Considerando, invece, tutti i Comuni italiani indipendentemente dalle dimensioni, tra le prime posizioni troviamo note località turistiche. Trattandosi di piccoli enti, è possibile che queste somme derivino da tipologie di tasse e imposte legate al turismo, come le tasse di soggiorno o per l’occupazione del suolo pubblico per attività di ristorazione. Tra tutti i Comuni del Belpaese quello a incassare di più è Portofino, in Liguria (9.122,95 euro pro capite), seguito due località turistiche montane: Courmayeur (Aosta) e Sestriere (Torino), che vedono entrare nei rispettivi bilanci 4.740,61 e 4.740,51 euro pro capite. Esaminando la situazione sotto il profilo regionale, notiamo che i Comuni della Valle d’Aosta sono quelli che in media registrano maggiori entrate (1.162 euro pro capite), seguiti dai liguri (869) e dai toscani (670,78). I comuni che in media incassano di meno si trovano, invece, in Calabria (324,47 euro pro capite), Basilicata (308,95) e Sardegna (308,32).
Fonte: Openpolis