Giornata Europea dei Parchi per ricordare l’importanza degli enti nazionali che ad oggi tutelano e salvaguardano oltre il 20% della superficie terrestre nazionale e l’11% della superficie marina di giurisdizione italiana (acque territoriali + ZPE).
Un evento che chiude la Settimana della Natura 2021, sette giorni in cui si concentrano alcuni degli appuntamenti internazionali più rilevanti e simbolici che riguardano la conservazione della natura, e che il Ministero per la Transizione Ecologica, istituita rilanciare, dalla valorizzazione dei beni culturali nei parchi alla tutela della biodiversità, dalla protezione delle api e delle tartarughe alla promozione del turismo sostenibile. Appuntamenti che assumono un valore sempre più importante, soprattutto in questi mesi di ripartenza sociale ed economica dopo la crisi pandemica.
Sistema Aree protette
In Italia il sistema delle aree di tutela ambientale è formato dall’integrazione e sovrapposizione delle Aree protette nazionali e regionali e della Rete Natura 2000, rete ecologica diffusa sul territorio dell’Unione Europea, istituita per garantire il mantenimento a lungo termine dello stato di conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. Nel complesso, il sistema delle Aree Protette nazionali e regionali (dato EUAP, 2010), insieme alla rete Natura 2000 (dato aggiornato a dicembre 2020), copre attualmente un’estensione di più di 10.400.000 di ettari, interessando più del 20% della superficie terrestre nazionale e l’11% della superficie marina di giurisdizione italiana (acque territoriali + ZPE).
Ad oggi sono state istituite 875 Aree Protette (aggiornamento CDDA marzo 2020) per una superficie di 3.173.305,35 ha a terra e una superficie a mare di 2.858.925,56 ha. Il PN Arcipelago di La Maddalena e il PN Arcipelago Toscano comprendono anche superfici marine.
Per quanto riguarda esclusivamente le aree terrestri, attualmente sono state istituite 843 aree protette terrestri e aree protette terrestri con parte a mare di cui: 25 Parchi Nazionali, 148 Riserve Naturali Statali, 134 Parchi Naturali Regionali, 365 Riserve Naturali Regionali e 171 altre Aree Protette di diverse classificazioni e denominazioni. La superficie terrestre protetta ammonta a oltre 3 milioni di ettari, pari a circa il 10,5% della superficie terrestre nazionale (ISPRA, 2020a), risultando in linea con gli obiettivi definiti in ambito CBD (Convenzione Rio, 1992). Essa è costituita in gran parte da Parchi Nazionali (46,4%) e Parchi Naturali Regionali (40,8%).
Istituzione delle ZEA (Zone Economiche Ambientali)
L’istituzione delle Zone Economiche Ambientali (ZEA) attraverso la legge 12 dicembre 2019, n. 141 (cd Legge Clima) ha riconosciuto nel territorio dei parchi nazionali un valore economico aggiuntivo derivante dal contributo che le aree naturalistiche possono fornire a livello nazionale al contenimento delle emissioni climalteranti come anche al rafforzamento dell’efficientamento energetico, allo sviluppo dell’economia circolare, alla protezione della biodiversità e alla coesione sociale e territoriale.
DL Rilancio
Nell’ambito delle misure per contrastare la crisi economica e sociale per l’emergenza pandemica da Covid-19, nel decreto-legge 29 maggio 2020, n. 34 (DL Rilancio) (convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 e modificato dall’articolo 55, comma 3-bis del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito con modificazioni dalla Legge 11 settembre 2020, n. 120) sono stati stanziati 40 mln di euro per le Zone Economiche Ambientali. La norma, ha istituito uno speciale regime di aiuto in favore delle micro e piccole imprese con sede operativa all’interno di una ZEA o che operino all’interno di un’area marina protetta, delle attività di guida escursionistica ambientale e delle guide del parco, per compensare le perdite subite a causa del lockdown. Il bando, che scadrà il 14 maggio 2021, consentirà di sostenere diverse imprese e di rilanciare i territori delle aree protette.
Programma Parchi per il clima
Il Programma Parchi per il clima finalizzato alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici ha promosso, per la prima volta nel 2019 e successivamente nel 2020, interventi di efficientamento energetico, mobilità sostenibile, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici mettendo a disposizione degli Enti parco nazionali importanti risorse finanziarie. Nel 2020 le proposte progettuali degli Enti Parco sono state indirizzate a cinque tipologie di progetti: I – Interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici; II – Interventi di efficienza energetica; III – Interventi per la realizzazione di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile; IV – Interventi di gestione forestale sostenibile; V – Interventi di innovazione tecnologica per il supporto alla prevenzione e al governo degli incendi boschivi.
Il Programma Parchi per il clima si rinnova anche nel 2021 destinando circa 100 milioni di euro a favore dei Parchi nazionali che dovranno presentare interventi sempre finalizzati alla riduzione della CO2 e all’adattamento ai cambiamenti climatici.
Interventi sui muretti a secco e reti sentieristiche
Con la legge n. 145 del 30 dicembre 2018 (Legge di bilancio 2019) è stato istituito un fondo con il quale sono destinate risorse finanziarie rivolte al potenziamento delle infrastrutture verdi ed in particolare al ripristino dei muretti a secco e della rete sentieristica presenti nei territori dei parchi nazionali.
Lo stanziamento annuale è stato modulato per la durata di quattordici anni, al fine di potenziare i muretti a secco nelle aree protette nazionali e la rete sentieristica.
Il ripristino dei sentieri e gli interventi sui muretti a secco rappresentano un valido strumento di difesa dai fenomeni erosivi e di conservazione per gli habitat e specie delle aree protette. Inoltre, i muretti a secco rappresentano un elemento paesaggistico di particolare importanza e significato la cui valenza è stata riconosciuta dall’UNESCO che ha inserito “L’Arte dei muretti a secco” nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Le risorse assegnate consentono di intervenire sulla manutenzione e potenziamento delle reti sentieristiche e sul ripristino dei muretti a secco nelle aree protette nazionali, in modo da rafforzare, attraverso la loro valorizzazione, l’identità e la cultura dei luoghi e far ripartire l’economia locale e sostenibile di questi preziosi territori.
Direttive per l’indirizzo delle attività dirette alla conservazione della biodiversità (Direttive Ministro)
La prima Direttiva del Ministro dell’Ambiente emanata nel dicembre 2012 e rivolta ai Parchi Nazionali, si è posta, quale strumento d’indirizzo per la pianificazione degli obiettivi di miglioramento delle Performance degli Enti Parco, l’obiettivo di rendere attive le finalità istitutive delle Aree Protette promosse dalla legge 394/91.
Le attività svolte dagli Enti parco hanno avuto come denominatore comune l’attuazione della Strategia Nazionale della Biodiversità, un processo di ricognizione del patrimonio naturalistico, custodito nel sistema delle Aree Protette, nonché l’obiettivo di rafforzare il coordinamento degli stessi Enti e la sistematizzazione delle attività progettuali, tale da individuare dei modelli di rendicontazione naturalistica degli stessi Parchi Nazionali.
Con lo strumento della Direttiva Ministro, pertanto, si è passati da una fase di conservazione fattiva delle Aree Protette, ad una fase di conoscenza, promozione e valorizzazione del patrimonio naturale. In linea con gli impegni assunti dall’Italia nell’Ambito della Strategia Europea per la Biodiversità 2020 e attraverso l’implementazione della Strategia Nazionale della Biodiversità, le Direttive negli anni hanno avuto lo scopo di tutelare, far conoscere e valorizzazione il “Capitale Naturale” del paese, ribadito anche nei Rapporti sullo Stato del Capitale Naturale in Italia. La Direttiva del Ministro 2019, dando coerente seguito a due azioni portate avanti dagli Enti Parco con le Direttive 2017 e 2018 “le api come bioindicatore della qualità ambientale” e “Insetti di valore conservazionistico, presenza, status e interazione con specie di fitopatogeni”, ha indirizzato con la collaborazione di Ispra le azioni degli Enti Parco su un unico Macro progetto diretto ad affrontare le implicazioni ambientali, economiche e sociali del declino degli “Insetti Impollinatori”, riconoscendone il ruolo insostituibile per gli equilibri ecosistemici.
Con l’ultima Direttiva Ministro, emanata a fine 2020, è stata data indicazione agli Enti Parco di proseguire le attività sugli impollinatori avviate con la precedente Direttiva, in linea con l’iniziativa Europea sugli impollinatori e il processo europeo di monitoraggio, articolate secondo le tre linee di attività previste (monitoraggio, valutazione e raccolta dati, interventi sul territorio, attività di comunicazione).
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Fonte: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA