In Puglia prosegue la telenovela relativa al gasdotto Tap. Il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha riunito il tavolo tecnico-politico sulla vicenda. All’incontro, cui hanno partecipato in videoconferenza lo stesso Emiliano, gli assessori Loredana Capone, Salvatore Negro e Sebastiano Leo (in presidenza a Bari) e, dalla sede di Lecce della Regione Puglia, i Sindaci e rappresentanti istituzionali del territorio salentino che hanno partecipato alle proteste contro il cantiere Tap di Melendugno, dove si è cominciato a spostare gli ulivi. Al centro della discussione, l’accordo tra Regione e Comuni per proseguire congiuntamente le azioni legali finalizzate allo spostamento dell’approdo del gasdotto da San Foca (dove è localizzato) a quello indicato presso Squinzano (Br).
“Il Governo – ha spiegato Emiliano – che vuole realizzare un’opera strategica, pretende di farla arrivare su una delle più belle spiagge dell’Adriatico pugliese. Noi abbiamo suggerito di spostarla trenta chilometri più a nord, abbiamo il consenso del Consiglio comunale di Squinzano e questo ci consentirebbe di far arrivare il tubo in un’area già compromessa dal punto di vista industriale, a ridosso della centrale Enel di Cerano. Il Governo invece s’è incaponito, per questione di tempi, probabilmente, a farlo arrivare per forza a San Foca. Un luogo nel quale la comunità ritiene che la presenza del gasdotto spezzerebbe il sogno, coltivato da molti anni e con successo, di dedicare tutta l’area al turismo, che è strepitosa dal punto di vista ambientale con parchi costieri molto belli. La presenza dell’infrastruttura, aldilà del suo impatto visivo, comprometterebbe secondo le comunità locali l’immagine complessiva dell’area”.