Non hanno tutti i torti, forse, quelli che denunciano l’avvento di uno “Stato di polizia tributaria”. Diversi recenti provvedimenti normativi vanno in questa direzione, in effetti. In piena sintonia con questa tendenza sono le disposizioni del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2017 (il famoso D. L. 193/2016 successivamente convertito nella Legge 225/2016), secondo le quali la nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione (che ha preso il posto di Equitalia) avrà la facoltà di accedere a diverse banche dati, procedendo al pignoramento dei conti correnti (stipendio, pensione, indennità) in modo diretto senza dover richiedere l’apposita autorizzazione al giudice, in caso di debiti fiscali e cartelle esattoriali. In altre parole, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, nel momento stesso in cui notifica la cartella esattoriale, non dovrà rivolgersi al giudice per citare in giudizio il debitore e attendere la sentenza, poiché la cartella di pagamento è in sé già un atto esecutivo al pari dell’atto di precetto (ossia l’atto che intima al debitore il pagamento del debito entro 10 giorni dalla notifica). Pertanto, potrà procedere al pignoramento del conto corrente, se trascorsi 60 giorni dalla notifica, la cartella esattoriale non sia stata pagata. Scaduto il suddetto termine, l’Ente della riscossione potrà inviare immediatamente alla banca l’atto di pignoramento ancora prima di notificarlo all’interessato, per poi invitare quest’ultimo al pagamento di quanto dovuto entro altri 60 giorni. Se il debitore poi, persevera e continua non pagare il dovuto, il Fisco richiederà alla banca di versare l’importo pari al debito, senza necessità di chiedere a un giudice di emettere il relativo provvedimento.
Come difendersi da una misura così severa e impietosa? Per fortuna che, con l’abolizione di Equitalia, si prospettava un “fisco dal volto umano”… Il contribuente che riceverà la notifica del pignoramento del conto corrente, per impedirlo, dovrà presentare entro 60 giorni dalla stessa notifica della cartella di pagamento una richiesta di rateizzazione. Soltanto una volta accettata la richiesta di dilazione della cartella e pagata la prima rata del piano di ammortamento, il contribuente potrà presentare la richiesta di sblocco del conto corrente.