Il fisco si conferma humus ideale per la litigiosità socio-istituzionale. I contenziosi tra contribuenti e fisco ammontano, nel 2016, a quasi 32 miliardi di euro, contestati attraverso 232.992 cause tra primo e secondo grado. Nello stesso anno le controversie decise sono state 294.289 e hanno consentito alle ‘pendenze’ di scendere a quasi mezzo milione (-11,6%). I dati sono stati presentati nel corso della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario 2017. “Assistiamo a un ”forte recupero dell’arretrato – spiega Mario Cavallaro del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria e aggiunge – I dati parlano da soli e sono il risultato di una giurisdizione laboriosa e virtuosa, grazie alla quale l’indice di smaltimento è superiore a quello degli ingressi”.
Nel dettaglio le controversie pervenute nei tribunali provinciali (che corrispondono al primo grado) sono tate 164.101 per un valore medio di 112.363 a causa e quelle arrivate nelle commissioni tributarie regionali (il secondo grado) sono state 68.891 per un valore medio di 194.104 euro. Il valore complessivo delle liti presentate nel Ctp ammonta quindi a 13,4 miliardi di euro, a cui vanno sommati altri 18,4 miliardi delle cause presentate nei Ctp, per un totale di 31,8 miliardi di euro.
Passando alle sentenze emesse, i dati mostrano che in primo grado sono state chiuse 232.077 cause, mentre nel secondo grado sono state chiuse 62.212 cause. Il totale ammonta a 294.289 controversie decise, in lieve calo rispetto al risultato del 2015 (-1,6%). Il saldo tra i nuovi ricorsi e quelli definiti ha consentito di registrare un calo delle situazioni pendenti (da 530.521 del 2015 a 468.839 del 2016). Il dato positivo è dovuto soprattutto alla riduzione delle controversie presentate, che registra una riduzione del 10%.