Il premier Matteo Renzi ha firmato sabato 26 novembre a Palazzo Tursi con il sindaco Marco Doria il ‘Patto per Genova’ che prevede investimenti per 110 milioni per diverse opere strategiche per lo sviluppo del capoluogo ligure. Tra i progetti che riceveranno contributi ci sono il Blueprint di Renzo Piano, che darà un nuovo volto al fronte mare della città, il parco tecnologico di Erzelli e Palazzo Reale. Tra i presenti, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il governatore della Liguria Giovanni Toti, il prefetto di Genova Fiamma Spena, il rettore dell’Università Paolo Comanducci, il presidente di Ght per il parco di Erzelli Carlo Castellano, il sovrintendente del Teatro Carlo Felice Maurizio Roi, i segretari liguri di Cgil, Cisl e Uil, il segretario generale dell’Autorità portuale di Genova, Sandro Carena, il coordinatore regionale di Fi Sandro Biasotti, deputati e senatori del Pd ed esponenti genovesi e liguri del Partito Democratico.
“Il lavoro dei patti ci costringe ad andare avanti coordinati: il patto è un meccanismo di chiarezza che impone innanzitutto al governo di essere coordinato nei rapporti con la città. Così, il sindaco evita di fare navetta tra i capi di gabinetto dei singoli ministeri”. Lo dice il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel suo intervento durante la firma del “Patto per Genova” nel sede municipale del capoluogo ligure. Gli stanziamenti previsti dall’accordo tra Comune e governo ammontano a 110 milioni e sono affiancati da una serie di impegni politici. Tra le macro voci per i nuovi investimenti, 10 milioni vanno al settore mobilità e infrastrutture, 8,5 milioni per la riqualificazione dei forti e dei beni confiscati alla mafia, 11 milioni per interventi diffusi sulle strade metropolitane, 23,5 milioni per interventi di messa in sicurezza idrogeologica.
Ulteriori 30 milioni verranno stanziati dal governo per la realizzazione del Parco scientifico e tecnologico di Erzelli, mentre 13,5 milioni si andranno ad aggiungere al Blueprint per la riqualificazione delle aree ex fieristiche. Identica cifra anche per la cura della città e la cultura che prevede, tra gli altri, interventi alle piscine di Nervi e Voltri, a Villa Gentile, la realizzazione del museo dell’emigrazione, la riqualificazione di Palazzo Reale e di Palazzo Rosso. Inoltre, è previsto l’impegno del governo a far rimanere nel capoluogo ligure i risparmi derivati dai ribassi d’asta per le opere previste nel piano di Italia Sicura.
“Condivido la necessità di interventi sul dissesto e il recupero dei ritardi sugli interventi previsti per infrastrutture e trasporti- afferma Renzi- una realtà come Genova, il cui protagonismo nel futuro è sotto gli occhi di tutti, rischia di essere messa in discussione se non c’è un sistema di infrastrutture degno di questo nome”. Il premier ringrazia, poi, Doria per “l’attenzione mostrata ai conti pubblici: se non lo fanno i genovesi- scherza Renzi- figuriamoci il resto del paese. E’ una tradizione molto forte che vi fa onore”. Il presidente del Consiglio rispedisce al mittente le accuse di centralismo.
“Il sindaco Doria- dice- ha vinto le elezioni, come il presidente della Regione Toti, ciascuno di noi ha le proprie valutazioni di natura politica, ma quando lavoriamo sul piano istituzionale il nostro compito è di collaborare perché le singole realtà possano raggiungere gli obiettivi. Il governo non inserisce valutazioni di merito sui singoli progetti ma vuole aiutare il Comune di Genova a realizzarli, nel rispetto delle scelte elettorali dei cittadini”. Il premier sottolinea come il patto sia un impegno: si può avere un progetto se c’è una visione. Doria ha raccontato con forza la visione di questa città; città di cultura non solo perché è bella ma perché produce cultura, che non vuol dire solo mostre ed eventi ma uno sguardo sull’uomo di oggi che non si limiti a essere solo algoritmi sui social network ma persona”.