Un trattato vero e proprio, corredato di principi, analisi, strumenti e considerazioni. E’ il documento redatto dalla Fire e intitolato ”Proposte per lo sviluppo dell’efficienza energetica in Italia”, che si configura come il Manifesto della Federazione. Ora, imprese, istituzioni, cittadini, sanno cosa fare per costruire un futuro più salubre e rispettoso dell’ambiente.
Nel testo, Fire spiega “perché l’efficienza energetica sia più importante e utile di quanto si pensi e quali siano gli strumenti principali per affrontare le sfide del mercato dell’energia. Cambiamenti radicali ci accompagneranno nei prossimi decenni, in cui l’uso razionale delle risorse e le fonti rinnovabili occuperanno una parte cospicua – scrive Fire – Occorre definire delle politiche lungimiranti e fondate su un’ottica di lungo periodo, collegando energia e core business, per affrontare temi onerosi e complessi, come la riqualificazione spinta del patrimonio edilizio, la trasformazione del settore energetico e la rivoluzione del settore trasporti”.
In tema di edifici, continua la Federazione, “l’idea è di andare verso immobili a consumi quasi nulli (i cosiddetti NZEB). Ciò significa che non sarà̀ sufficiente agire sugli impianti di riscaldamento, raffrescamento e illuminazione, e nemmeno limitarsi a aggiungere isolante all’involucro, ma occorrerà̀ ripensare insieme l’involucro (forma, materiali, produzione di energia rinnovabile), gli impianti (produzione, distribuzione e utilizzo), gli spazi (aree comuni e aree private, dimensioni), e il loro impiego (abitazione, ufficio, spazi verdi e/o produzione agricola, etc.). Si tratta di una sfida soprattutto sull’esistente, spesso gravato da vincoli architettonici e paesaggistici e su cui appare difficile intervenire in modo radicale a edificio occupato. I costi saranno considerevoli e i tempi di rimborso dei capitali lunghi. Ne consegue che solo attraverso un’opportuna diffusione di competenze progettuali adatte alle nostre caratteristiche climatiche e sociali e un’adeguata industrializzazione del settore delle costruzioni si potranno raggiungere tempistiche, qualità̀ e costi accettabili”, osserva Fire.
Il settore energetico, da parte sua, “dovrà̀ affrontare la riduzione delle fonti fossili e la crescita di quelle rinnovabili. Le soluzioni tecnologiche appaiono forse più chiare rispetto agli edifici, ma la sfida di mercato, regolatoria e culturale è davvero notevole. Anche qui le risorse da spendere saranno cospicue, e molto dipenderà̀ dalla capacità̀ di intuire la giusta velocità̀ del processo”. Secondo Fire, poi, “nei dibattiti sul settore dei trasporti, troppo spesso tutto è ricondotto all’auto elettrica, mentre è in gioco molto di più̀. Occorre rivedere le politiche di mobilità urbana, la logistica delle merci, le logiche di possesso di veicoli privati, le modalità̀ del lavoro e così via. Investimenti consistenti, accompagnati da un cambio culturale non facile da digerire nell’immediato rendono la sfida altrettanto difficile.In tutto questo – recita ancora il manifesto – l’industria continuerà a svolgere un ruolo primario per la riduzione dei consumi, non tanto con interventi sui componenti energetici, quanto con il ripensamento dei prodotti e dei servizi offerti (sempre più ”green”), l’integrazione e la razionalizzazione delle filiere in ottica circolare, e una maggiore penetrazione della generazione distribuita – conclude Fire – Il vantaggio, rispetto agli altri settori, è che sarà̀ la competitività̀ a spingere questo cambiamento, non solo obblighi e attenzione all’ambiente e alle risorse”.