Una protesta, pesantissima, contro l’arrivo dei migranti. Barricate per strada per impedire la sistemazione di una ventina di migranti – 8 donne e 11 bambini – che il prefetto di Ferrara Michele Tortora voleva alloggiare in un ostello a Gorino, piccola frazione del comune di Goro, che aveva fatto requisire proprio per questo scopo.
Attimi di tensione nella serata di lunedì 24 ottobre, a Gorino, dopo la decisione del prefetto Michele Tortora. Una decisione annunciata da tempo, quando dichiarò che avrebbe adottato misure d’emergenza per fronteggiare il problema profughi. Alcune decine di abitanti dei comuni di Gorino e di Goro, sul Delta del Po ferrarese, si sono ribellati, erigendo anche delle barricate, per impedire il passaggio dei pullman che avrebbero dovuto portare alcuni profughi all’Ostello di Gorino, requisito dal Prefetto di Ferrara, Michele Tortora, per affrontare l’emergenza nel piano di accoglienza nazionale. Una protesta clamorosa contro la decisione, annunciata da tempo ma notificata nel pomeriggio, di ospitare gente scappata dalle guerre e dalla carestia da parte di diversi cittadini di Gorino e della vicina Goro, che hanno eretto dei blocchi stradali per bloccare il convoglio, scortato dalle forze dell’ordine. La protesta in qualche modo ha sortito il suo effetto, dopo la mediazione raggiunta con prefettura, carabinieri e polizia, e grazie all’intervento del sindaco di Ferrara e di altri comuni della provincia i profughi sono stati dirottati, temporaneamente, ad altre strutture della provincia ferrarese, senza soluzioni di forza, come si era ventilato in un primo tempo.
I manifestanti avevano posizionato bancali di legno in tre punti d’accesso al paesino del Delta del Po per contrastare La decisione di requisire parzialmente l’ostello bar Amore-Natura. ”Tenuto conto della saturazione delle strutture già funzionanti”, aveva spiegato la Prefettura in una nota nell’annunciare la misura – è stata decisa la requisizione per ospitare intanto 11 donne, cui si dovranno aggiungere a breve altre sette persone, per un totale di 18 di un ”gruppo di migranti assegnato alla provincia di Ferrara”.
Immediata la sollevazione di alcuni decine di residenti dei due paesi affacciati sul Mare Adriatico, con i quali è stata avviata la mediazione, anche per evitare che la tensione aumentasse, che ha portato al dirottamento del gruppo di donne destinate all’ostello. Il prefetto Tortora aveva spiegato che la requisizione ”ha carattere eccezionale straordinario” e aveva rivolto un appello ”ad amministrazioni pubbliche, associazioni di volontariato e strutture ecclesiastiche affinché offrano ogni collaborazione”, anche per ”ulteriori esigenze”, verosimili ”anche a breve”. Collaborazione arrivata in tempo brevissimo. Il titolare dell’ostello, Filippo Rubini, ha detto alla Nuova Ferrara che una settimana fa, contattata, la struttura si era detta non disponibile ad accogliere i profughi ma che poi la situazione si era concretizzata con l’annuncio dell’arrivo a poche ore dal trasferimento.