Sul fronte dell’innovazione per contrastare i mutamenti climatici, l’Analisi trimestrale del sistema energetico nazionale condotta dall’ENEA evidenzia per l’Italia “una collocazione ai margini dell’Europa per le tecnologie low-carbon”. L’esame dei più recenti dati di brevetto mostra “una diffusa e spesso forte despecializzazione tecnologica, tranne che nel solare termico, dove si conferma un significativo vantaggio”. A livello europeo si riscontrano invece avanzamenti nell’ambito delle tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili con posizioni di rilievo per Belgio, Germania, Danimarca, Spagna, Francia e il consolidamento di Francia, Germania, Austria e Svezia nel campo della mobilità elettrica. Inoltre, in Germania e Austria si segnalano punte di specializzazione per le batterie non lontane da Paesi leader come Giappone e Corea.
In questo comparto “il nostro Paese presenta ancora uno svantaggio tecnologico rilevante, con un indice di specializzazione significativamente inferiore a 1, che sembra trovare riscontro nell’elevata crescita del deficit commerciale”. L’Analisi ENEA segnala poi “un netto peggioramento dell’indice ISPRED (-35%)”, elaborato dall’Agenzia per misurare l’andamento della transizione energetica nel nostro Paese sulla base di sicurezza del sistema, prezzi dell’energia e decarbonizzazione. “L’andamento molto negativo del nostro indice è legato principalmente all’incremento delle emissioni per il maggior utilizzo di fonti fossili soprattutto nei trasporti e negli edifici e mette in luce l’allontanamento dell’Italia dalla traiettoria di decarbonizzazione e dai nuovi obiettivi UE (-55% emissioni al 2030), con consumi ed emissioni che nel 2021 crescono più del doppio rispetto alla media degli aumenti nell’Eurozona”, commenta Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che ha curato l’Analisi.