“Oggi si apre un orizzonte diverso rispetto al disastro ‘amianto’. Un disastro annunciato, al quale finalmente sembra che il Governo e l’organo legislativo stiano dedicando una nuova sensibilità: bene pensare a un testo unico, ma da subito servono risposte per i territori”. Si è espresso in questi termini Maurizio Mangialardi, Sindaco di Senigallia e presidente di Anci Marche, delegato dal presidente dell’Associazione Piero Fassino a intervenire all’Assemblea nazionale sull’amianto, iniziativa propedeutica a un ‘Testo Unico’ sull’amianto. “È dal 1992 – aggiunge Mangialardi – che l’amianto è al bando nel nostro Paese, ma la gestione della fase di dismissione a distanza di oltre vent’anni rimane ancora una questione aperta; si tratta di un’emergenza da trattare come ‘urgenza’, visto che la stima per difetto delle vittime per neoplasie dovute all’amianto è di almeno 4 mila decessi e il dato è atteso in crescita con picchi tra il 2020 e il 2025. Occorre dare risposte ai diversi punti aperti. Come Anci – prosegue Mangialardi – abbiamo messo in piedi una Rete nazionale delle città dell’amianto (città ‘amiantozero’) per individuare i punti aperti che da tempo stiamo sottoponendo agli organi di governo, giacchè il Piano nazionale amianto, varato nel 2013 a seguito della Conferenza nazionale amianto di Venezia di novembre 2012, non è stato ancora di fatto avviato”. “Occorre un censimento completo e omogeneo della presenza di amianto su tutto il territorio – osserva Concetta Palazzetti, Sindaco di Casale Monferrato, tra i Comuni più attivi della rete Anci – ma anche una rete nazionale di impianti capaci di accogliere i materiali di risulta dalle attività di bonifica e una revisione del sistema di governance, oltre ad un serio programma pubblico di ricerca clinica. Serve poi in primo luogo escludere dal vincolo del Patto di stabilità le somme destinate a bonifica e messa in sicurezza”.