Gli enti locali potranno cedere immobili pubblici inutilizzati a chi s’impegni a riqualificarli mediante l’avvio di attività creative ed artistiche. Lo prevede il ddl turismo collegato alla Legge di Bilancio 2020. In particolare, il provvedimento stabilisce che i Comuni con popolazione superiore a 100 mila abitanti possano individuare, nel rispetto dei rispettivi strumenti urbanistici, zone franche urbane, di superficie non superiore a 100 mila mq, denominate “Quartieri degli artisti”, anche comprensive di immobili pubblici inutilizzati da riconvertire, appunto. Obiettivo: migliorare il decoro delle città, nonchè prevenire e contrastare fenomeni di degrado urbano e disagio sociale.
Le imprese culturali e creative, pertanto, che inizino una attività economica o si trasferiscano nelle zone franche urbane, potranno beneficiare di:
– esenzione dalle imposte sui redditi, per i primi cinque periodi di imposta,
– esenzione dall’imposta regionale sulle attività produttive,
– esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, con esclusione dei premi per l’assicurazione obbligatoria infortunistica, a carico dei datori di lavoro, sulle retribuzioni da lavoro dipendente.
Il provvedimento propone, inoltre, la possibilità per gli esercenti di attività commerciali, che operino nei Comuni con popolazione inferiore ai 1000 abitanti nelle aree interne, di ricevere in comodato beni immobili di proprietà dello Stato, delle Regioni, delle Province autonome e degli Enti locali, non utilizzati per fini istituzionali. E’ previsto un comodato con durata massima di 10 anni, nel corso dei quali il comodatario ha l’onere di effettuare sull’immobile, a proprie cura e spese, gli interventi di manutenzione e gli altri interventi necessari a mantenere la funzionalità dell’immobile
Analoga misura riguarda le attività culturali e creative, per il cui svolgimento Regioni, Province autonome, enti locali ed altri enti pubblici potranno concedere a titolo gratuito ( per massimo 10 anni) beni immobili di loro proprietà, in stato di abbandono o di grave sottoutilizzazione da almeno tre anni. Il concessionario avrebbe, però, l’onere di effettuare a proprie cura e spese, gli interventi di manutenzione e gli altri interventi necessari a mantenere la funzionalità dell’immobile. Inoltre, gli enti locali potranno dare in concessione o in locazione i beni immobili di loro proprietà che richiedano interventi di restauro, con pagamento di un canone agevolato, determinato dalle amministrazioni interessate, ai fini della loro riqualificazione e riconversione, che prevedano anche nuove destinazioni d’uso.