Start up, innovazione, sostenibilità ambientale: questo il denominatore comune che potrebbe dare la spinta tanto attesa per il rilancio dell’occupazione. A confermarlo sono i dati del Rapporto GreenItaly 2017 di Fondazione Symbola e UnionCamere che hanno rilevato circa 3 milioni di posti di lavoro creati in Italia dai cosiddetti green jobs. A supporto del tema anche la ricerca dell’Università di Stanford che mette in evidenza come a livello globale vi siano 52 milioni posti di lavoro generati dalle energie rinnovabili, che al netto di quelli perduti nel settore fossile (pari a 27,1 milioni) producono comunque un saldo positivo di 24,3 milioni di nuovi occupati.
Dal 2011 nel nostro Paese più di un’impresa su quattro ha investito in efficienza energetica e green economy. Sono insomma circa 355.000 le aziende che da sette anni a questa parte hanno puntato sulle energie rinnovabili e sull’economia verde (il 27% del totale). Una cifra che sale oltre il 33% se si prendono poi in considerazione le imprese del settore manifatturiero. Per diverse ragioni emerge con sempre maggiore rilevanza la necessità di un’economia sostenibile e a misura d’uomo e per questo più forte e competitiva. Per andare in questa direzione serve un’economia basata su innovazione e qualità con valori e coesione sociale, ricerca e tecnologia con design e bellezza, industria 4.0 e al tempo stesso, antichi saperi. La green economy è la frontiera più avanzata per cogliere queste opportunità.
“La corsa del fotovoltaico ad esempio non cessa di stupire – ha detto il direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini – Lo scorso anno sono stati installati 90 GW. Secondo alcune valutazioni si arriverà addirittura a 100 GW, il doppio dei 50 GW del 2015. Parliamo di un valore pari alla potenza solare che era complessivamente installata nel mondo solo cinque anni fa. L’accelerazione è attribuibile alla Cina”.
Il Paese asiatico è stato inoltre il maggiore investitore del mondo nell’intero settore delle energie rinnovabili, con un valore record di 126,6 miliardi di dollari, in crescita del 31% rispetto al 2016. Forte crescita degli investimenti anche in Australia (+ 147% a 8,5 miliardi di dollari), Messico e in Svezia.