Eni e Coldiretti hanno siglato un accordo di collaborazione per sviluppare, nel settore trasporti, la filiera nazionale del biometano avanzato (quello prodotto dai rifiuti) valorizzando gli scarti e sottoprodotti ottenuti dall’agricoltura e dagli allevamenti. Il protocollo d’intesa è stato firmato a Lodi, la scorsa settimana, dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, e dal direttore generale di Eni Refining e Marketing Giuseppe Ricci, alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Guido Guidesi.
“L’obiettivo – hanno spiegato in un comunicato stampa Eni e Coldiretti – è la creazione della prima rete di rifornimento per il biometano agricolo ‘dal campo alla pompa’ per raggiungere una produzione di 8 miliardi di metri cubi di gas verde entro il 2030 e aiutare l’ambiente”.
Il biometano deriva dal biogas, fonte energetica rinnovabile che può essere prodotto e consumato nella forma di gas naturale compresso (Gnc) o di gas naturale liquefatto (Gnl) e può contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra ed essere un elemento di sviluppo dell’agricoltura e dell’agroalimentare, settori che in Italia rivestono un ruolo strategico nella crescita dal punto di vista economico, occupazionale e per la produzione energetica da fonti rinnovabili. La collaborazione tra le parti prevede una sinergia comune per promuovere la realizzazione di nuovi impianti di produzione del biometano. Coldiretti, che con 1,6 milioni di associati è la maggiore organizzazione di rappresentanza degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, si occuperà di diffondere tra le aziende associate un modello di gestione dei sottoprodotti e degli scarti agricoli affinché siano valorizzate come materie prime nella produzione di biometano.
Eni metterà in campo azioni finalizzate a concretizzarne la produzione, il trasporto e l’immissione sia nella rete di vendita territoriale che in reti dedicate alle stesse imprese associate, nonché a offrire agli associati di Coldiretti proposte dedicate per l’uso di carburanti alternativi a basse emissioni di anidride carbonica dei mezzi utilizzati per le attività agricole. Ulteriori sviluppi della collaborazione verranno elaborati dagli esperti di Eni e Coldiretti, che avranno il compito di definire studi di fattibilità mirati in base alle varie tipologie di imprese associate, in particolare per la realizzazione di appositi impianti per il biometano.
L’accordo tra Eni e Coldiretti rappresenta un pilastro per l’evoluzione dal sistema dell’economia lineare, che parte dalla materia e termina con il rifiuto, verso un modello economico circolare che si basa su un nuovo paradigma tra ambiente ed economia in cui i prodotti di oggi sono le risorse di domani. Testimone dell’iniziativa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Guido Guidesi, esponente lodigiano del Governo, che oltre ad evidenziare l’importanza dell’accordo, sottolinea come la sede scelta per ospitare la firma non sia stata casuale: “Ricerca e agricoltura, settori rappresentati rispettivamente da Eni e Coldiretti, si incontrano nel Parco Tecnologico Padano di Lodi, luogo dedicato proprio ai pilastri dell’innovazione. Sono convinto che il territorio lodigiano possa essere sempre più protagonista, non solo della collaborazione tra queste due realtà, ma anche della sinergia tra altri enti ed associazioni. Soggetti che potranno contribuire a fare di Lodi una capitale della ricerca e dell’agricoltura anche grazie al supporto della nuova università veterinaria”.
L’economia circolare offre alle imprese la possibilità di realizzare vantaggi economici considerevoli e di diventare più competitive, ma anche di realizzare significativi risparmi di energia e benefici per l’ambiente, creare nuovi posti di lavoro, offrendo opportunità di integrazione sociale, massimizzando l’uso di tutte le materie prime, i prodotti e i rifiuti, riducendo gli sprechi e le emissioni di gas a effetto serra, favorendo i risparmi energetici e lo sviluppo di tecnologie nel settore dei carburanti sostenibili.