Nella città estense è stata portata a termine la rilevazione dei siti di stoccaggio rifiuti e dei relativi gestori, 74 in tutta la provincia, con dati e analisi volti alla realizzazione di un database unico del territorio. A comunicarlo è stata la prefettura di Ferrara, dove il 3 settembre si è riunito il tavolo di monitoraggio dalla recente normativa su “prevenzione e contrasto alla criminalità mafiosa”, in particolare le disposizioni su stoccaggio e lavorazione dei rifiuti (articolo 26-bis del decreto legge n.113/2018 convertito con modificazioni dalla legge n.132/2018).
Al termine del monitoraggio sono stati avviati i lavori per mettere a punto uno schema di emergenza esterno, che la stessa normativa affida al prefetto insieme al coordinamento dell’attuazione del piano stesso. La stesura del documento, che recepirà le indicazioni operative del Viminale e del Ministero dell’Ambiente, è «un passaggio che completeremo in tempi rapidi – ha sottolineato il prefetto Michele Campanaro – con il pieno coinvolgimento degli Enti locali nel cui territorio insistono i siti di stoccaggio, per arrivare all’approvazione dei relativi piani di emergenza esterna entro il termine previsto del marzo 2020”.
L’Emilia Romagna è tra le regioni virtuose in tema di rifiuti dove la raccolta differenziata continua a crescere superando 61%, mentre lo smaltimento in discarica scende sotto l’8,5%, percentuale già inferiore alla soglia prevista dall’Europa per il 2030. Più in generale, però, sul fronte del traffico illecito dei rifiuti, sono 459 le inchieste condotte e chiuse dalle Forze dell’ordine dal febbraio 2002 al 31 maggio 2019. Complessivamente, sono state 90 le procure che si sono messe sulle tracce dei trafficanti, portando alla denuncia di 9.027 persone e all’arresto di 2.023, coinvolgendo 1.195 aziende e ben 46 stati esteri. Le tonnellate di rifiuti sequestrate sono state quasi 54 milioni. Tra le tipologie di scarti prediletti dai trafficanti ci sono i fanghi industriali e i rifiuti speciali contenenti materiali metallici.