L’idea della politica di “tolleranza zero” contro la microcriminalità di cui tanto si parla oggi in Italia è nota per essere stata applicata (anche sui lavavetri) dal sindaco di New York, Rudy Giuliani, negli anni Novanta, ma in realtà è stata elaborata a metà degli anni Settanta in New Jersey da un governatore del Partito democratico.
In Italia abbiamo avuto un “grande” esempio di lotta risoluta al degrado urbano proprio in Veneto: il famoso sindaco “sceriffo” di Treviso Giancarlo Gentilini fece parlare di se alla fine degli anni novanta per le sue iniziative “estreme”. Sin dall’ottobre 1997 si distinse nelle cronache nazionali per la sua lotta alla presenza degli immigrati clandestini. In quel periodo, ad esempio, il sindaco aveva ordinato la rimozione delle panchine dei giardini davanti la stazione con l’obiettivo di eliminare di conseguenza la presenza extracomunitaria.
E ora, in epoca Trump, tocca al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro salire agli onori della cronaca.
“Chi dà fastidio, compie piccoli reati o atti di maleducazione va punito, deve passare almeno una notte in cella. Penso a chi si ubriaca, danneggia le opere d’arte, fa accattonaggio“. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, invoca, dunque, tolleranza zero e chiede di affidare ai Comuni la gestione della sicurezza urbana, dando al Giudice di pace penale la facoltà di far passare in celle di sicurezza, fino a 10 giorni, spacciatori, molestatori, prostitute, commercianti abusivi e imbrattatori. In conferenza stampa alla Camera, il deputato di Ap-Ncd Andrea Causin presenta il testo che incassa il sostegno di Renato Brunetta e Maurizio Lupi. “L’abuso di alcol e di droghe, l’accattonaggio, i piccoli furti non sono solo indicatori di degrado urbano- spiega il primo firmatario della proposta di legge- ma possono portare a reati più gravi. Le depenalizzazioni non hanno aiutato la sicurezza delle città“. Il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta osserva che questo testo è una “prosecuzione della normativa introdotta dal governo Berlusconi: appoggio il testo e chiederò-assicura – una veloce calendarizzazione”.
Per Lupi la proposta “parte dalla realtà. Dobbiamo dare ai sindaci gli strumenti perché possano fare la loro parte e poi puntare su formazione ed educazione per prevenire questi piccoli reati”. Il primo cittadino di Venezia sottolinea: “Dobbiamo togliere dal cesto le mele marce: chi è ubriaco e molesta le donne, chi imbratta, chi vive di accattonaggio si fa una notte in cella. Ora- spiega- non possiamo fare praticamente niente. Stiamo perdendo il controllo sociale sulle piccole cose e la gente perde fiducia nelle istituzioni”. La proposta di legge prevede che le celle siano in capo al Comune con la permanenze presso la polizia giudiziaria fino a 10 giorni. “Così-spiega Brugnaro- non intasiamo la macchina giudiziaria e i costi sono del Comune che paga le celle e il giudice di Pace, poi chi esce dalla cella paga una cauzione da 500 a 1.500 euro e se ne va per la tua strada”.