Chi potrà chiedere il part–time agevolato? Secondo il decreto appena sottoscritto dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a chiederlo potranno essere i lavoratori del settore privato con contratto a tempo indeterminato che possiedano il dato contributivo minimo per la pensione di anzianità, avendo al tempo stesso maturato il requisito anagrafico entro il 31 dicembre 2018. A questo punto sarà possibile concordare con il datore di lavoro il passaggio al part-time, con una riduzione dell’orario tra il 40 e il 60%, ricevendo ogni mese in busta paga, in aggiunta alla retribuzione per il tempo corto, una somma esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro sulla retribuzione per la riduzione di orario. Per il nuovo periodo con formula corta, inoltre, lo Stato riconoscerà al lavoratore la contribuzione corrispondente alla prestazione non effettuata, in modo che alla maturazione dell’età pensionabile questi possa percepire l’intero importo della pensione senza alcuna penalizzazione. E’quanto prevede il decreto firmato dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, che disciplina le modalità di riconoscimento del part-time agevolato, introdotto da una norma contenuta nella Legge di stabilità 2016.
Una misura sperimentale rivolta ad un principio di “invecchiamento attivo”, cioè di uscita graduale dall’attività lavorativa. Il decreto è stato trasmesso il 12 aprile alla Corte dei conti e diventerà operativo dopo l’effettiva registrazione.
Il lavoratore interessato, come primo passo, dovrà richiedere all’Inps la certificazione che attesti il possesso del requisito contributivo e la maturazione di quello anagrafico entro la fine del 2018. Dopo il rilascio della certificazione da parte dell’istituto nazionale della previdenza sociale, il lavoratore ed il datore di lavoro stipuleranno un contratto a tempo parziale agevolato in cui verrà indicata la misura della riduzione parziale dell’orario.
La durata del contratto sarà pari al periodo che intercorre tra la data di accesso al beneficio e quella di maturazione, da parte del lavoratore, dell’età per il diritto alla pensione di vecchiaia.
Dopo la stipula del contratto, il decreto prevede il rilascio del nulla osta da parte della Direzione territoriale del lavoro e quindi il rilascio dell’autorizzazione conclusiva da parte dell’Inps. La contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata, verrà riconosciuta nel limite massimo di 60 milioni per il 2016, 120 milioni per il 2017 e 60 milioni per il 2018.