Le città del mondo non sono soltanto smart, ci sono anche realtà urbane oscure, dark, dove la vita vale poco e la morte ti aspetta dietro l’angolo. Esiste addirittura una classifica internazionale che le segnala in ordine di pericolosità. Meglio dei dati statistici e di qualsiasi saggio di analisi sociologica, tuttavia, sono le voci di alcuni turisti per caso che si sono avventurati in quelle dimensioni urbane a rischio a cogliere e a rappresentarne l’essenza profonda. Un coro di voci allarmate, peraltro, raccolto da Sputnik, magazine online specializzato in politica internazionale.
“A San Pedro Sula alla porta di ogni grande negozio o locale vi è una guardia armata – racconta una turista russa – La porta dell’hotel in cui alloggiavamo di notte veniva bloccata con un pesante lucchetto”. Ci troviamo a San Pedro Sula, la seconda maggiore città dell’Honduras, in testa a tutte le classifiche delle città con il più elevato tasso di criminalità al mondo. Una delle cause della violenza diffusa è rappresentato dai cartelli messicani della droga che si scontrano con i loro concorrenti senza risparmiare i passanti e i turisti.
“A Caracas ero stanca delle innumerevoli misure di sicurezza che bisognava adottare – confessa un’altra turista in visita alla capitale del Venezuela e aggiunge – Mentre viaggiavo, guardavo dal finestrino dell’autobus. Ma l’anziano signore seduto accanto mi disse di tirare le tendine: infatti, se avessero visto il mio viso bianco, avrebbero preso in ostaggio l’intero veicolo”.
“Lo stipendio dei poliziotti è all’incirca 40 dollari al mese. Per una cifra del genere non s’impegnano più di tanto – le fa eco un compagno di viaggio – La polizia non s’intromette nei regolamenti di conti fra bande locali, ma si occupa principalmente di raccogliere i cadaveri e di sedare le proteste spontanee”. Si dice che gli abitanti si siano assuefatti a una vita spericolata: stanno alla larga dai bassifondi, dalle finestre a qualsiasi piano, le bloccano con le inferriate, le recinzioni vengono avvolte con del filo spinato. Bisogna sapere, comunque, che più di metà della capitale venezuelana è occupata da bassifondi con un impressionante tasso di criminalità. Ma nemmeno in centro i turisti possono stare sicuri. Ultimamente negli hotel di lusso rapiscono sempre più spesso degli ospiti per ottenere poi un riscatto. “Una guida ci ha detto di portare sempre almeno un vecchio telefono e una piccola somma in denaro (5-6 dollari) – rivela lo stesso turista – Questi soldi possono essere dati al ladro se ve li chiede. Se non li avete, questi può arrabbiarsi e uccidervi”. Un altro consiglio da osservare con attenzione a Caracas è di non portare mai con sé i propri documenti. Se si è appena arrivati in città, è meglio nasconderli in tasche interne da cucire direttamente agli indumenti.
Acapulco, amena località di mare dello Stato di Guerrero sulla costa pacifica, meta turistica per eccellenza delle Americhe, è però uno dei luoghi più pericolosi del Messico. Il problema principale della città è l’eccessivo tasso di corruzione. Secondo gli abitanti del luogo, la polizia preferisce non condurre alcuna indagine, anche perché è stata colonizzata dai Los Zetas, uno dei cartelli più sanguinari del continente. “Una sera io e i miei tre amici abbiamo deciso di stenderci sulla spiaggia di Copacabana”, racconta l’ennesimo turista in cerca di sole e di mare. “Non era ancora tardi, saranno state le 9 di sera, ma già era buio. Ci si è avvicinato un tipo con un braccio nascosto nella giacca. Ci dice in inglese: “Ho un’arma, datemi i soldi”. Noi abbiamo fatto finta di non capire, gli abbiamo offerto delle sigarette. Ci ha chiesto di dove fossimo. Dopo aver capito che eravamo russi, ci ha mostrato il pollice all’insù e se n’è andato”.
Molte grandi città brasiliane sono a rischio criminalità, ma Rio de Janeiro è indubbiamente il top della malavita. In primo luogo, grazie alle tristemente note favelas, i bassifondi della città sui versanti delle alture circostanti. Lì è attiva la criminalità organizzata nelle cui bande vi sono anche molti bambini. Ultimamente sono diventati più frequenti gli attacchi di adolescenti tra i 12 e i 16 anni contro i passanti non solo nei bassifondi. In questa città sono state create zone apposite per i turisti, dove però la sicurezza non è comunque garantita.
Salendo in direzione del Centroamerica incontriamo Città del Guatemala, una delle capitali del traffico di droga: qui la maggior parte dei crimini è legata alla spartizione delle zone di influenza fra i diversi cartelli. I turisti vengono spesso derubati o rapiti per ottenere un riscatto. Non è da meno El Salvador. Secondo dati non ufficiali, nella capitale salvadoregna ogni giorno per mano di criminali vengono ammazzate circa 20 persone. Gli omicidi possono avvenire, ad esempio, durante un furto o in seguito a una collaborazione con le forze dell’ordine. A tal proposito, va detto che la polizia locale agisce solamente con il volto coperto in modo da nascondere i propri tratti distintivi: infatti, se i membri delle bande li riconoscessero, probabilmente si vendicherebbero. Una delle gang più famigerate, attiva non solo a El Salvador, ma anche in altri Paesi (inclusi gli USA), è Mara Salvatrucha che in slang significa “brigata delle formiche barbute salvadoregne”. I “briganti” affiliati, ricoperti di tatuaggi in tutto il corpo, si distinguono per la loro estrema violenza.
Spostandoci di continente, dal Sud America all’Africa, incrociamo Mogadiscio. Nella capitale somala da oltre 30 anni imperversa una guerra civile in cui sono implicati i volontari dell’ONU e i Paesi vicini. In quell’area la fa da padrone un gruppo islamico jihadista, mentre e gli abitanti delle regioni costiere si guadagnano da vivere con la pirateria. Di conseguenza, gli attentati e le stragi sono all’ordine del giorno e le autorità riescono a controllare meno della metà della città. Non a caso, a Mogadiscio vige il coprifuoco a partire dalle 16:00, gli hotel sono sorvegliati dall’esercito e i turisti vengono portati in giro con auto blindate.