Milano avvia una riprogettazione delle politiche di welfare per i suoi cittadini più piccoli. Con una delibera approvata dalla Giunta, vengono infatti stanziati 13,8 milioni di euro (derivanti dallo stanziamento dei fondi previsti dalla legge 285/1997 e da un finanziamento europeo ottenuto dal Comune per il progetto Wish-Mi) dedicati a iniziative e progetti per promuovere il benessere delle bambine, dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, attraverso la costruzione di un rapporto di partenariato con il Terzo settore, chiamato a collaborare con il Comune, alla crescita dei più piccoli e ad una maggiore articolazione complessiva del sistema di welfare cittadino.
Un vero “piano Marshall” anche contro la povertà educativa, a partire da un sistema di governance integrata, con tavoli tra le diverse direzioni dell’Amministrazione e che attiva tutte le occasioni e le energie del territorio per il benessere di bambini e ragazzi, dalla nascita ai 18 anni.
“Si tratta – dichiarano gli assessori Gabriele Rabaiotti e Laura Galimberti – di un provvedimento importante che guarda in modo dedicato alla città dei bambini, più attenta ai bisogni dei piccoli e più pronta a rispondere alle nuove domande e adattarsi ai cambiamenti. Un percorso che punta ad aprire al quartiere, alle famiglie e alla città i servizi e gli spazi che già esistono, e che vuole coinvolgere fortemente le scuole, insieme al Terzo Settore, ma anche al volontariato presente in città. In un momento così delicato, ma in prospettiva anche in un futuro più lontano, è importante immaginare nuove occasioni di vicinanza e di prossimità alle case che abitiamo, con spazi che possano diventare veri e propri centri civici, capaci di offrire agli abitanti sia opportunità di incontro, di crescita e di svago sia maggiore sicurezza e presidio del territorio”.
Pur intercettando l’intera città, il piano strategico sostenuto dalla Legge 285 individua alcune priorità territoriali (i quartieri di Niguarda, San Siro, Gratosoglio e Corvetto) e alcune priorità sociali: ci sarà infatti una particolare attenzione ai bambini più fragili, al potenziamento delle attività educative, di supporto psicologico e di animazione, all’affiancamento ai genitori nei momenti di crisi.
Un primo passo in questa direzione è già stato compiuto: si sono aperti in questi giorni i primi dieci Centri estivi diffusi, frutto dell’avviso pubblico lanciato dal Comune per la co-progettazione e il finanziamento (con 250.000 euro, ottenuti proprio grazie alla legge 285) di iniziative e progetti sportivi, educativi, artistici, culturali dedicati ai minori di età compresa tra i 6 e i 16 anni, divisi per fasce di età omogenee, per i mesi estivi nei quartieri popolari al di là della circonvallazione della 90/91 e, soprattutto, nelle zone con una forte presenza di case pubbliche.
Sono 16 gli enti accreditati, che hanno presentato progetti di Centri estivi diffusi – completamente gratuiti per gli utenti – che dureranno un mese e dovranno svolgersi nel periodo compreso tra giugno e settembre, per 4 ore al giorno, dal lunedì al venerdì, tra aree verdi, centri sportivi e soprattutto cortili di case popolari. Varie le attività proposte, dallo sport all’educazione ambientale, musicale, culturale e artistica in senso ampio. I Centri sono aperti a tutti, ma i Servizi sociali del Comune si riservano di segnalare in particolare alcuni ragazzini, che avranno quindi la priorità.
Grazie a questi fondi, inoltre, l’Assessorato allo Sport realizzerà “Ri-sportiamo”, un progetto del valore di 500mila euro che si prefigge di contrastare l’abbandono dell’attività sportiva di base a seguito del fermo imposto dalla pandemia da Covid-19, con un ritorno alla socializzazione attraverso la pratica di discipline sportive presso gli impianti del Comune di Milano. Un avviso pubblico individuerà i soggetti concessionari di impianti sportivi del Comune di Milano, a cui verranno destinati finanziamenti pari a un minimo di 2.500 euro a favore di ogni progetto.
Incrementare l’attività sportiva di base e agonistica dei minori significa non solo migliorare il loro benessere psico-fisico ma anche accrescerne la partecipazione ad attività inclusive e di qualità dal forte valore educativo, sociale, formativo e di integrazione sociale.
Un progetto speciale che vale quasi 1,4 milioni di euro e verrà avviato durante l’anno scolastico 2021-22 è quello dedicato agli studenti delle scuole secondarie di primo grado e finalizzato a contrastare la dispersione scolastica e favorire il successo formativo dei ragazzi e delle ragazze attraverso il loro coinvolgimento in attività extrascolastiche di potenziamento e accompagnamento. L’iniziativa, che si chiama proprio “School hub”, trasformerà alcune scuole target in hub ad alta “intensità educativa” all’interno dei quali i minori avranno l’opportunità di beneficiare anche di un presidio psico-socio-educativo. Tutte le attività saranno progettate insieme alla comunità scolastica e potranno essere svolte in collaborazione con gli enti del territorio, per far sì che la scuola si apra a un processo educativo di comunità. La sperimentazione del progetto partirà nei quartieri target di Selinunte, Corvetto, Niguarda e Gratosoglio.
Entro l’anno verranno poi attivati due importanti linee di intervento a sostegno dei bambini e delle bambine inseriti in famiglie con difficoltà legate all’alta conflittualità e alla condizione di detenuti dei genitori.
Il progetto “Maternità ristretta”, che avrà una durata di 24 mesi, si rivolge ai bambini che vivono con le loro madri all’interno degli istituti penitenziari di Bollate e dell’Icam (Istituto a custodia attenuata per detenute madri) oltre che nelle strutture alternative alla detenzione e mette a disposizione 300mila euro per dare l’opportunità a questi minori di fruire delle risorse del territorio, partecipando – accompagnati da educatori professionisti – a gite, feste di quartiere e altre occasioni di socialità.
Il progetto “Link – oltre il conflitto”, invece, parte dalla constatazione della crescita della conflittualità genitoriale in sede di separazione che sfocia nell’aumento (si passa dal 20% del 2019 al 22% del 2020) degli incarichi ai servizi sociali da parte del tribunale che ravvede un rischio per il benessere dei figli. L’obiettivo del servizio, su cui il Comune investirà 1,2 milioni di euro per 24 mesi, è costituire una equipe multidisciplinare all’interno della quale siano presenti diverse professionalità (psicologi, mediatori, sociologi e assistenti sociali) che lavoreranno con i genitori e i bambini per tutelare i legami familiari ed evitare che il conflitto tra gli adulti si ripercuota sui figli, con una particolare attenzione al mantenimento del rapporto con il genitore non affidatario, che spesso è il padre.
La programmazione delle attività proseguirà anche nei prossimi anni: anche per il 2022 e il 2023 è previsto infatti il trasferimento di fondi previsti dalla legge 285/1997.
Fonte: Comune di Milano